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Pesca: Umbria al palo, senza immissioni di trote e con l’incubo cormorani

Inizia tardi e sotto un cielo pieno di nubi la stagione di pesca in Umbria, il cui avvio per la trota è fissato a domenica 26 marzo. Un mese dopo l’avvio della stagione di pesca in Toscana e nel Lazio, lamentano i pescatori umbri. Che non traggono solo dalla tempistica decisa dalla Regione Umbria i motivi di malumore.

Mancata semina delle trote

Nella Consulta regionale della pesca, a cui hanno partecipato anche le associazioni ambientaliste ed i tecnici dell’università, si attendevano infatti risposte, come indicato nell’ordine del giorno, sulle criticità legate alla semina di trote. Che però di fatto, lamentano le associazioni della pesca sportiva, per il secondo anno consecutivo è saltata. Perché Ispra non ha dato risposte ad una richiesta, quella relativa alla possibilità di immettere trote iridee sterili, per la quale comunque non ci sarebbero stati ormai i tempi tecnici.

Cosa che rischia a questo punto di impoverire i fiumi umbri di trote presenti ormai da tanto tempo, la specie fario, che si vuole sostituire con quella mediterranea. Insomma, nelle more dell’operazione di sostituzione della specie, si rischia di impoverire il patrimonio ittico dei torrenti e dei fiumi umbri, secondo i pescatori.

Altro aspetto lamentato dai pescatori è il fatto che non si riescono ad avere notizie sulle trote disponibili nell’impianto ittiogenico regionale di Borgo Cerreto, né sul loro livello di “purezza”, sempre nell’ottica del discusso progetto di sostituzione della trota fario con quella autoctona.

L’allarme cormorani

I rappresentanti di Libera Pesca hanno poi evidenziato l’inutilità, di fatto, del tesserino. E insieme a quelli di Fipsas hanno lanciato un allarme sulla presenza dei cormorani. Che stanno costituendo un grande problema per i corsi d’acqua, ma anche per gli allevamenti (una decina quelli presenti nella regione) e negli impianti (una trentina). Costringendo le associazioni di pesca sportiva, in alcuni casi, a turni di guardia notturni ai laghetti e gli allevamenti ad adottare costose protezioni.

Pesca no-kill

Legambiente ha poi chiesto l’istituzione di una riserva sul tratto di Corno. Con le associazioni di pesca sportiva che evidenziano comunque come, nonostante la scelta di abbassare i prezzi, i pescatori disertino i tratti no kill.