Torna a riunirsi, lunedì 20 marzo, la Consulta ittica dell’Umbria, dopo il balckout negli uffici della Regione che ha costretto a riaggiornare la seduta di lunedì scorso. Una seduta che era iniziata all’insegna della concordia, con l’approvazione della proposta Fipsas sul declassamento delle acque per i laghi di Piediluco, Alviano e Corbara ed è terminata con le polemiche dei pescatori, che hanno anche pensato di disertare la nuova convocazione, ma alla fine parteciperanno tutte. E questo a causa delle divergenze sulla pesca alla trota (che in Umbria quest’anno avrà inizio il 26 marzo) e sui mancati ripopolamenti, nell’ambito del progetto di sostituzione della trota atlantica con quella mediterranea. Progetto che vede, di fatto, da una parte Università e associazioni ambientaliste e dall’altra le associazioni di pesca sportiva. Con gli uffici della Regione arbitri. Non imparziali, secondo quanto lamentano i pescatori.
D’altra parte Legambiente ribadisce, citando i risultati dei monitoraggi del progetto Life, che le trote sono presenti in abbondanza in tutto il bacino del Nera. E ricorda che le immissioni pronto pesca sono vietate da norme nazionali ed europee. Tranne deroga concessa da Ispra, che però nel caso dell’Umbria non si è espressa. E l’avvio della stagione di pesca, pur con il ritardo di un mese rispetto a Toscana e Lazio, è ormai alle porte.
La Consulta deve ancora discutere gli ultimi punti all’ordine del giorno: la proposta per la gestione di un nuovo tratto no-kill sul Timia; l’istituzione di una zona di protezione sul Corno; l’istituzione di nuovi campi di gara per la trota. Sempre che si ritrovi un clima di collaborazione.