La Regione Umbria ha confermato l’affidamento a Legambiente Umbria della gestione del patrimonio ittico, degli ecosistemi acquatici e delle Zone a regolamento specifico no kill della Valnerina per il biennio 2022 e 2023.
Al centro della gestione la vigilanza ittica e ambientale, i monitoraggi della fauna ittica e della qualità delle acque, gli interventi di ripristino e miglioramento ambientale e il recupero e la salvaguardia della trota mediterranea.
Sono interessati alla gestione oltre 70 km dei fiume Nera e Corno e dei suoi affluenti, da località Belforte, al confine con la Regione Marche, fino a valle all’altezza del canale Staino in Provincia di Terni. Oltre ai 19 km di tratti a regolamento specifico no kill del fiume Nera e del Corno, dove è in vigore un regolamento molto stringente con numero chiuso e accesso solo su prenotazione e che obbliga il pescatore ad usare solo esche artificiali e amo senza ardiglione e al rilascio immediato del pesce senza arrecare alcun danno.
“Ringraziamo i club e le associazioni di pesca sportiva tra cui l’A.P.S. Il Mulinaccio di Ponte Felcino, il Fly Club Valnerina, il Mosca Club il Bombo, Associazione Dilettantistica Cucco Mosca Club, le associazioni nazionali e le scuole di pesca a mosca come l’Associazione Italiana Guide Professionali di Pesca, la Claudio Carrara Fly Fishing School e la TLT Academy, Accademia Italiana della pesca con la mosca – dichiara Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria – che hanno sostenuto il nostro progetto, a dimostrazione che l’impegno profuso da Legambiente Umbria in questi ultimi anni per la conservazione e la valorizzazione degli ecosistemi acquatici della Valnerina e la promozione di modalità di pesca sempre più sostenibili, è apprezzato anche da una parte importante e autorevole del mondo della pesca”.
Il progetto di Legambiente Umbria, evidenzia l’associazione ambientalista, ha il sostegno anche di molti operatori turistici, della ristorazione e dell’accoglienza del territorio della Valnerina e si avvale del supporto scientifico del Dipartimento di Chimica Biologia e biotecnologie dell’Università di Perugia, oltre a quello di Legambiente Onlus.
L’attività di vigilanza ittica e ambientale è il fulcro del progetto di Gestione e valorizzazione del patrimonio ittico e degli ecosistemi acquatici delle ZPS del Fiume Nera e del Fiume Corno. Il servizio di vigilanza è svolto dalle Guardie Ittiche volontarie di Legambiente Umbria in possesso di specifico Decreto rilasciato dalle Province di Perugia e di Terni. Il loro compito consiste nel far rispettare le norme vigenti in materia di pesca sportiva e le altre norme per la tutela e conservazione degli ambienti acquatici. Si occupano inoltre negli interventi di recupero della fauna ittica, di controllo ed eventuale ripristino dello stato della popolazione ittiofaunistica.
Nel corso triennio di gestione 2019/2021, le Guardie ittiche di Legambiente Umbria sono intervenute anche segnalando e denunciando scarichi fognari civili inefficienti, scarichi fuori norma di impianti di itticoltura, mancato rispetto dei minimi deflussi vitali, lavori in alveo prive delle necessarie autorizzazioni, fenomeni di dissesto idrogeologico.
“Fondamentale è anche il monitoraggio della fauna ittica e degli ambienti acquatici per verificare le eventuali criticità e lo stato di efficienza dell’ambiente acquatico in relazione alle varie attività antropiche che insistono sul fiume – dichiara Marco Pippi di Legambiente Umbria estorico riferimento della gestione degli ecosistemi acquatici della Valnerina –. Il monitoraggio sarà effettuato con il supporto tecnico scientifico del Dipartimento di Chimica Biologia e biotecnologie dell’Università di Perugia, ma vedrà anche la collaborazione e il protagonismo dei pescatori, delle guardie ittiche di Legambiente Umbria e dei volontari dell’associazione anche attraverso attività di citizen science, così da rilevare sia situazioni a rischio imminenti o in corso, sia per costituire una raccolta dati riferiti a quei parametri che permettano di stabilire lo stato di efficienza e qualità dell’ambiente acquatico”.
Legambiente Umbria collaborerà attraverso l’impiego dei volontari dell’associazione, alle attività di recupero, reintroduzione e monitoraggio della trota mediterranea, la specie ittica nativa del bacino idrografico del fiume Nera, promosse dalla Regione Umbria nell’ambito del progetto di recupero e salvaguardia della Trota Mediterranea
Ampio spazio avrà anche la divulgazione, la sensibilizzazione per la promozione delle attività di pesca e più in generale di tutte le attività in natura a basso impatto ambientale, strategiche per lo sviluppo locale e per la salvaguardia degli ecosistemi fluviali e per il mantenimento di una eccellente qualità ecologica.
“La Valnerina è uno dei territori di maggior pregio ambientale, storico culturale e artistico dell’Umbria – conclude Maurizio Zara – interessato dalla presenza di una ricca rete di aree destinate alla conservazione degli habitat naturali e semi naturali e della flora e della fauna selvatiche in base alla biodiversità in base alla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”. Tutto il territorio della Valnerina rappresenta quindi la scommessa più significativa per il futuro dello sviluppo sostenibile umbro, un contesto dove poter tradurre i principi generali delle normativa regionale, nazionale ed europea di conservazione della biodiversità, in un modello di gestione e di valorizzazione delle aree protette regionali che faccia coesistere in modo virtuoso la necessità di conservazione e tutela delle risorse ambientali, storiche e culturali, con la valorizzazione e lo sviluppo di attività economiche, sociali e ludico sportive”.