La pesca abusiva arriva anche sulle acque del Lago artificiale di Montedoglio. Un bottino di circa 4 quintali di lucci, carpe e persici anche di grandi dimensioni, e 500 metri di rete da pesca sono stati sequestrati dai carabinieri di Pieve Santo Stefano (Ar) e Sansepolcro (Ar), che hanno colto in flagranza di reato alcuni individui di origine romena i quali, in violazione della normativa vigente, avrebbero voluto rivendere il pesce appena pescato.
A segnalare ai carabinieri forestali la presenza di reti da pesca in alcune zone del bacino lacustre era stato proprio il personale incaricato al controllo della diga, che ha spinto i militari a predisporre servizi di controllo notturno sulle sponde del lago. Verso le ore 22.30 di lunedì (10 luglio), in località Bisolla, proprio di fronte al luogo dove erano appostati i Forestali, è sopraggiunto un furgone diretto verso la riva, da cui sono scese tre persone. Due di queste, servendosi di un gommone a motore, hanno iniziato a recuperare le reti da pesca, mentre la terza è rimasta sulla sponda a dirigere le operazioni.
Dopo circa due ore è giunto sul posto un altro furgone, munito di impianto frigorifero, con altre tre persone a bordo sempre di origini romene. Quest’ultimi sono stati fermati e interrogati dai Forestali ma non hanno voluto fornire spiegazioni sul perché si trovassero li a quell’ora di notte. Le due persone sul gommone a motore si sono invece rifiutate di raggiungere la riva, nonostante l’intimazione ad approdare, e si sono dileguate nell’oscurità. Fermato il terzo uomo arrivato con loro ma rimasto a terra.
A complicare la situazione è stato l’arrivo sul posto di altre persone, probabilmente pescatori abituali frequentatori del Lago, che hanno iniziato a inveire contro i “bracconieri ittici”, appena bloccati dai carabinieri, e a minacciarli. A disperdere i nuovi arrivati, evitando così che la situazione degenerasse in una rissa, ci hanno pensato sempre i militari. Una volta riportata la calma, le forze dell’ordine hanno provveduto a identificare i pescatori di frodo e a porre sotto sequestro il pescato. Recuperato e sequestrato anche il gommone, abbandonato dai fuggitivi in mezzo al lago.
I malviventi sono stati accompagnati per ulteriori accertamenti alla Stazione Carabinieri Forestali di Pieve Santo Stefano. A due di questi è stato contestato il reato di pesca, detenzione, trasbordo, sbarco, trasporto e commercio di specie ittiche in violazione della normative vigente. Si tratta del proprietario del furgone frigorifero, risultato essere anche il proprietario dell’altro furgone, e dell’uomo che dirigeva dalla riva le operazioni di recupero delle reti da pesca.