Cronaca

Perugia, “il centro perde pezzi” | Chiude Conti, “pochi clienti, incassi in calo”

Dopo 113 anni di vita, Conti, il negozio di stoffe, abbigliamento, giocattoli e casalinghi, situato in piazza Matteotti chiude i battenti. E’ un altro pezzo di storia di Perugia che se ne va, insieme ai già chiusi Casa del Corredo, Cappelleria Truppa, erboristeria di Via Alessi (la prima sorta in Umbria), le librerie Bafometto e L’Altra, i negozi di musica Tarpani e Mipatrini, i pub TitBit e Joyce. Sui loro ingressi, per cambio gestione o altri motivi, le saracinesche si sono abbassate da tempo. Uno “stillicidio delle attività tradizionali“, come lo ha definito la consigliera comunale del Pd, Emanuela Mori. Un fatto che appare in controtendenza rispetto alle altre città italiane, dove invece proprio le attività tradizionali rifioriscono con vigore.

La storica merceria del centro storico – scrive Mori – a breve chiuderà i battenti. I motivi sembrano essere sempre gli stessi: pochi clienti, incassi in calo“. Resterà, pare, il negozio di Terni, a proseguirne l’attività. Non solo un negozio, ma un punto di riferimento per il nostro centro storico, per i residenti ed i perugini in generale.

Conti è dunque solo l’ultimo negozio in ordine di tempo che chiude in centro storico. “Un recente studio della Confcommercio – dice ancora Mori nella sua nota – dimostra che nel centro storico di Perugia è andato perso quasi un negozio su quattro, mentre nel resto del territorio comunale la flessione è stata molto più lieve. Inoltre, a causa della forte riduzione dei “negozi tradizionali” si corre il rischio di assistere ad una “desertificazione commerciale” del centro storico, con la conseguente riduzione dei livelli di servizio offerti ai cittadini. Ritengo necessario un intervento da parte dell’Amministrazione, poichè attività come quelle citate devono essere considerate come soggetti attivi per la rivitalizzazione del territorio, e vanno protette e garantite, cercando di sostenerle in ogni modo possibile, per evitare che l’acropoli diventi un centro commerciale all’aperto. Il rilancio del centro storico non può essere limitato ad iniziative sporadiche, ma deve passare per programmi strutturali volti al mantenimento di quelle che sono le “attività tradizionali” che fanno parte della nostra storia”.