Perugia 1416, tra "R" mancate e interrogazioni sui fondi | Continua la polemica - Tuttoggi.info

Perugia 1416, tra “R” mancate e interrogazioni sui fondi | Continua la polemica

Cristiana Mapelli

Perugia 1416, tra “R” mancate e interrogazioni sui fondi | Continua la polemica

Le foto dei manifesti della mostra alla Rocca Paolina con l'errore hanno invaso le bacheche sui social | Il Pd attiva la commissione di controllo e garanzia e interroga la giunta sull’effettivo ritorno economico per la città
Mer, 14/09/2016 - 11:53

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Aggiornato alle 17:17.

Conclusa la prima edizione di Perugia 1416, la prima rievocazione storica della città, è tempo di pensare a quella nuova. Sulla rievocazione l’attenzione resta alta, soprattutto in casa Pd che torna a cercare di fare chiarezza sui fondi investiti dal Comune a tre mesi dall’assegnazione del primo Palio.

La R dimenticata. Un mercoledì mattina amaro per gli organizzatori della mostra fotografica con i migliori scatti dell’edizione di giugno di Perugia 1416. Nelle grafiche della mostra, infatti, qualcuno avrebbe dimenticato la R quindi trasformando il nome della città in “Peugia“. Sui social, sin dalle prime ore del mattino, si è scatenata l’ironia per l’errore sui totem e i cartelloni dell’evento alla Rocca Paolina.

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I fondi. “Per Perugia 1416 sono state impiegate ingenti risorse economiche – scrivono i consiglieri Sarah Bistocchi insieme ad Alessandra Vezzosi ed ai capogruppo Mencaroni e Arcudi – tanto da monopolizzare il bilancio dell’assessorato alla cultura del Comune di Perugia, città che da sempre è vetrina per numerosi eventi internazionali, come Umbria Jazz ed il Festival Internazionale del Giornalismo, ed eventi minori che contribuiscono alla vitalità di Perugia arricchendola sia da un punto di vista culturale, sia in termini economici, sia in termini di visibilità e di turismo. Ma negli ultimi due anni questa amministrazione ha negato contributi a queste realtà per concentrare tutte le risorse economiche ed organizzative unicamente a favore dell’associazione Perugia 1416″. Parlando a numero, fino ad oggi, con apposite determine e delibere, il Comune ha stanziato 190 mila euro per il corteo storico. Un finanziamento importante, se pensiamo se si pensa che alla Fondazione Umbria jazz vanno 50 mila euro l’anno. Un evento con una lunga tradizione e che quest’anno ha celebrato i 40 anni con oltre 25 mila biglietti venduti solo all’arena Santa Giuliana – e che portano a Perugia addetti ai lavori, appassionati e amatori da ogni parte del mondo.

Una volta conclusa Perugia 1416 in molti si sono interrogati sull’effettivo ritorno economico e di immagine per la città. “Quale è stato, dunque,- chiedono dal Pd – il ritorno economico per gli alberghi, i ristoranti e le attività ricettive di Perugia e quale il ritorno di immagine per la città di Perugia seguendo i parametri per comparare eventi come Umbria Jazz e il Festival internazionale del giornalismo?”.

Un investimento così importante dovrebbe giustificare un ritorno, per l’intera città, altrettanto consistente, continuano da casa Pd nella loro interrogazione al sindaco. “Infatti – continuano i firmatari – sono state diffuse cifre volutamente inferiori rispetto a quelle effettivamente impiegate direttamente e indirettamente per ‘Perugia 1416 – Passaggio tra Medioevo e Rinascimento’. Si arriva all’importo complessivo di 190.000 euro circa, facendone l’evento su cui il Comune di Perugia investe più risorse economiche ed organizzative”.

La lunga lista delle spese. Solo per la costituzione dell’associazione che vede tra i soci fondatori il comune e i soggetti che hanno manifestato la volontà di aderire, seppur in modo poco trasparente, il comune ha messo a bilancio 500 euro per le spese costitutive. Poi è stata la volta dei contributi e dalle casse comunali sono usciti 100 mila euro, infine è toccato ai vestiti, i costumi, gli stendardi, con determine dirigenziali che si impegnavano a pagare prima 30 mila euro, poi 8 mila, altrettanti per le insegne e i gonfaloni, altri 5 mila euro di sartoria e 15 mila per il regista del corteo Giuseppe del Barna. “Riteniamo anche non chiare non solo le modalità con cui è stata pagata la prestazione di 15 mila euro a Giuseppe Del Barna, dipendente pubblico del Comune di San Sepolcro, per il quale dovrebbe vigere il divieto di superare i 5 mila euro annui e i 30 giorni di lavoro come prestazione occasionale, ma anche se le ingenti risorse investite nell’evento provenivano in tutto o in parte dal milione di euro e vorremmo quindi verificare la legittimità di tale investimento, trattandosi di fondi vincolati a progetti inseriti nel dossier presentato”.

L’associazione. “Quando si tratta di finanziamenti e di impiego di risorse pubbliche è fondamentale sia la trasparenza che la chiarezza – scrivono in una nota i consiglieri – sia per il rispetto dei dettami legislativi sia per il rispetto dovuto alla cittadinanza tutta”. E’ stata così attivata la Commissione controllo e garanzia per verificare l’opportunità e la legittimità, da parte dell’assessorato alla Cultura del comune di Perugia, “di destinare cifre così alte ad un’associazione privata, presieduta dallo stesso assessore che stanzia i suddetti fondi e il cui vice presidente è un consigliere Comunale che vota gli stanziamenti messi a bilancio. Considerando, inoltre, che gli stessi fondi saranno gestiti da assessore e consigliere non come pubblici amministratori ma come privati cittadini, eludendo così le norme di diritto pubblico in materia di appalti, finanziamenti e bilancio”. “Inoltre vorremmo capire – proseguono i firmatari del Pd– se ci sono i presupposti di un frazionamento artificioso delle prestazioni pagate direttamente dal Comune di Perugia per oltre 90 mila euro e divisi in più affidamenti diretti, invece che attraverso una gara pubblica, allo scopo di sottrarli alle disposizioni previste dal Codice degli Appalti, il quale ne fa esplicito divieto all’art. 31 comma 11”.

Mea culpa. Rapido, a metà giornata, arriva la presa di responsabilità dell’errore. Francesco Tozzoli spiega come “Il libro fotografico “Perugia 1416, il risveglio di una città” e la mostra allestita in questi giorni Alla Sala del Caminetto all’interno della Rocca Paolina è un’iniziativa privata che ho voluto prendere con la mia Casa Editrice. Quindi il ” refuso” sui roll-up è un mio errore fatto, evidentemente, in maniera del tutto involontaria. Mi spiace che questa “svista” abbia riacceso una polemica, forse mai sopita. Chiedo scusa prima di tutto all’Amministrazione Comunale sottolineando, appunto, che è stato un refuso sfuggito a tutti gli operatori durante tutte le fasi di elaborazione e poi, com’è ovvio a tutti! Anche a coloro (senza fare nomi) che pur sapendo che nulla c’entrava l’Amministrazione Comunale non hanno voluto perdere l’occasione per dire la loro. Il libro fotografico “Perugia 1416, il risveglio di una città” e la mostra sono un’iniziativa imprenditoriale privata non finanziata da nessuno”. E infine “L’importante è parlarne…bene o male l’importante è parlarne! Ricordo a tutti che la mostra è aperta fino a domani sera. Vi aspettiamo!”.

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