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Pd, Leonelli prova il cross sulla giunta regionale | Catenaccio o fuorigioco?

Un puzzle, che a furia di fare e disfare rischia di rovinarsi del tutto. E che le tessere non combacino più perfettamente. Sembra questa l’immagine che meglio ritrae in questo momento il Pd umbro, alla vigilia dell’elezione del sindaco di Assisi, unico comune umbro arrivato al ballottaggio di domenica. E mentre per Giorgio Bartolini nella città serafica arrivano Catia Polidori e Antonio Tajani a dare manforte, sul palco della candidata Pd, Stefania Proietti, non sfilano big romani, come la parlamentare Anna Ascani invece aveva richiesto, sfoderando niente meno che il nome del premier.

Prima delle elezioni del 5 giugno, il segretario provinciale di Perugia del Pd, Dante Andrea Rossi, quasi fuori dal coro, aveva detto la sua: Barberini rientri in 15 giorni”, aveva dichiarato in conferenza stampa lo scorso 3 giugno, richiamando tutti a “rispettare le preferenze che gli elettori hanno espresso un anno fa”. Dal canto suo, il segretario regionale del partito, Giacomo Leonelli, non era stato da meno: anche per lui, già quindici giorni fa il tempo per ricomporre la giunta regionale, spaccata in due dopo le dimissioni dell’ex assessore alla sanità, Luca Barberini, era ormai finito. La regione non può più aspettare, aveva detto affatto tra le righe, o il rischio sarebbe stato quello di veder allontanar ancora di più le varie anime del partito. Ieri, in una sua nota ufficiale, ha ribadito il messaggio, all’apparenza scevro di ogni tatticismo: “la transitorietà non può diventare cronica. Preso atto che nonostante molti colloqui e tavoli aperti in queste settimane la vicenda non è stata ricomposta, la prossima settimana ho convocato un incontro all’esito del quale una strada definitiva dovrà essere intrapresa“.

Una giunta zoppa quella senza Barberini, che nel braccio di ferro con l’altra ala del partito seduta in Consiglio regionale vuole dimostrare di non cedere il passo, con la presidente Catiuscia Marini naturalmente in prima linea. L’agenda è fitta: infrastrutture, sanità e la firma a Bruxelles del 15 giugno per la macroregione con Marche e Toscana. “Come ho detto più volte – continua Leonelli – sulla crisi in giunta regionale non possiamo permetterci che ciò che è transitorio diventi cronico”. Come a dire che ‘errare è umano, ma perseverare è diabolico’. “Ho convocato per la settimana prossima (per lunedì, ad essere precisi, ndr) un incontro tra le parti in oggetto nel quale chiederò uno sforzo di responsabilità e un percorso di ricomposizione non più rinviabile, con l’auspicio che la vicenda possa concludersi positivamente“. Eppure la stessa presidente aveva dichiarato in questi giorni che la partita (e con essa ogni uscita ufficiale) dovesse essere rimandata a dopo i ballottaggi, per evitare di bloccare il dialogo, sul ‘fare’ oltre che politico, su un rimpallo che dura da ormai 4 mesi.

Ma il segretario Leonelli anticipa e prova il cross prima del voto assisano, quasi a voler sparigliare di nuovo le carte. L’istantanea che fotografa il partito sembra avere colori confusi, di chi non ha trovato l’accordo neanche sui tempi di uscita di una dichiarazione ufficiale. Così, tra i telefoni di alcuni che squillano a vuoto e le voci di altri che, al limite del disinteressato, predicono che “comunque poco cambierà“, il segretario sembra lasciato solo nella ricucitura di uno strappo profondo tra avamposti che non si spostano di un millimetro.

Eppure Leonelli sventola il lavoro fatto in queste settimane dalla segreteria, costruito sui contenuti di “un documento votato all’unanimità dalla direzione sulle cose da fare in questa legislatura sul tema della sanità (abbattimento liste d’attesa, trasparenza sui risultati conseguiti, riorganizzazione dei servizi sul territorio)”. Lo stesso documento che, il martedì prima delle amministrative, aveva spaccato l’assemblea, senza riuscire a incassarne l’approvazione. “Dunque – scrive Leonelli – abbiamo lavorato per realizzare una grande unità d’intenti all’interno del Pd dell’Umbria sulle grandi questioni da affrontare in materia di sanità sperando che ciò fosse utile alla ricomposizione della giunta regionale; ma questo purtroppo non è bastato per superare una crisi che nel corso delle settimane è stata sempre più percepita dalla collettività come figlia di una tensione sugli assetti, nell’ambito di un partito troppo spesso diviso al suo interno”.

Il problema giunta va allora riaffrontato e risolto entro la fine del mese. Parola d’ordine è uscire da “questa situazione di incertezza che, pur se figlia di dinamiche esterne, crea un danno doppio al Pd dell’Umbria: da un lato, spesso impedisce al gruppo dirigente di parlare di altro, in particolare delle priorità dei cittadini e della comunità; dall’altro anche quando ci riusciamo, come è stato fatto in queste settimane sulle infrastrutture, su rifiuti ed economia circolare, sul reddito d’inclusione e su tanti altri temi, le nostre proposte rischiano di essere mediaticamente offuscate da una discussione molto autoreferenziale tra correnti che purtroppo rischia di allontanare sempre di più il Pd dalle aspettative dei cittadini umbri“.

La ricetta però ancora non c’è. Esiste piuttosto un’alternativa: se la crisi non rientra, allora verrà avviata una fase diversaferma restando – conclude Leonelli – la priorità di far uscire da questa ‘secca’ il PD dell’Umbria che, a causa di un dibattito interno che si trascina da mesi, ha già subito troppi effetti tutt’altro che positivi”.

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