Il Pd umbro riunito a Bastia verso le regionali, tra lettere, saluti e benedizioni - Tuttoggi.info

Il Pd umbro riunito a Bastia verso le regionali, tra lettere, saluti e benedizioni

Massimo Sbardella

Il Pd umbro riunito a Bastia verso le regionali, tra lettere, saluti e benedizioni

A Bastia riuniti i segretari di tutti i Circoli dell'Umbria
Sab, 22/06/2019 - 10:23

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In attesa di provare ad attrarre forze nuove dalla società civile, il Pd del commissario Walter Verini cerca di serrare le fila per portarsi dietro tutti i dem. Compiti non facili, il secondo forse ancora più del primo. Tra le vicende umbre legate alla gestione politica del caso Sanitopoli, che ha decapitato il partito e portato alle dimissioni della governatrice umbra Catiuscia Marini, e le insofferenze verso la segreteria Zingaretti, la tentazione di vendicarsi, facendo lo sgambetto a coloro con cui si è chiamati a marciare insieme è alta. E se si continua a percorrere la stessa strada, è questa l’impressione, lo si fa più per paura del deserto da attraversare da soli con le scorte d’acqua ridotte al minimo che non per la volontà di raggiungere tutti insieme la Terra promessa.

Al momento, di fatto, la meta sembra quella di riuscire ad accaparrarsi uno dei pochi posti (tre, secondo le previsioni che circolano) che potrà avere il Pd nel Consiglio regionale che uscirà dalle elezioni di novembre. Uno dei quali, l’unico sicuro, è quello che spetterà al candidato presidente del centrosinistra, coalizione che si cercherà di allargare con il ricorso a liste civiche.

I “sospetti” su Agostini

La “benedizione” di Zanda nei confronti del direttore di Sviluppumbria, Mauro Agostini, ha allarmato diverse persone dentro al partito. Una sua candidatura, anche solo per un posto da consigliere regionale, toglierebbe spazi di manovra a molti. Ma il nome dell’ex tesoriere dem (il primo, durante la segreteria Veltroni) viene fatto anche per la candidatura a presidente della Regione. Del resto, il direttore di Sviluppumbria era comparso sugli spalti dell’Assemblea legislativa nell’ultima seduta, in piena bufera per il caso Marini.

Provinciale, flop e saluti

Intanto, in aperto dissenso con la linea Zingaretti (che in Umbria si declina nella linea Verini) il segretario del Pd provinciale di Perugia, Leonardo Miccioni, ha lasciato il suo incarico. Voleva farlo presentando all’Assemblea un atto di accusa contro il ribaltone che a suo giudizio sta riportando indietro il partito dopo lo stop alle aspirazioni riformiste di Renzi. Ma questa volta all’Assemblea (riconvocata a poche settimane dalla chiamata, infruttuosa, del capogruppo regionale Chiacchieroni impegnato nel salvataggio della legislatura) si sono presentati ancora in meno. E allora, niente riunione ed insoddisfazione affidata ad un comunicato stampa con cui raggiungere tutti i membri dell’Assemblea che hanno declinato l’invito.

Segretari di Circolo a raccolta

Questa mattina a Bastia la Segreteria nominata dal commissario Verini ha chiamato a raccolta i segretari di tutti i circoli dell’Umbria del Pd. Un compito che Verini ha affidato a Baiardini. Le parole d’ordine sono sempre le stesse: basta divisioni, superamento delle correnti. E’ stato illustrato il percorso, già anticipato alla stampa, attraverso il quale Verini intende portare il Pd alle regionali d’autunno. Con la richiesta di rivitalizzare il partito nei territori, anche nel mese di agosto, riprendendo lo spirito delle Festa dell’Unità.

Una chiamata alla quale hanno però risposto in pochi, per la verità. “Saranno impegnati a preparare le liste civiche” l’ironico commento di un oppositore alla linea Verini. A Bastia, con i segretari dei Circoli che hanno risposto all’appello, c’erano anche il consigliere comunale Giacomo Leonelli ed il presidente della Regione Umbria (dopo le dimissioni di Catiuscia Marini) Fabio Paparelli. Due dei pochi, tra gli uscenti, sicuri di una ricandidatura.

Verini-Borscia, corrispondenza sul commissariamento

Ma “unità” è un parolone, di questi tempi, nel Pd. Specie in Umbria. In attesa di ricevere una risposta dal nazionale, il presidente della Commissione umbra di garanzia del partito, Alessandro Borscia, ha ricevuto una comunicazione da parte di Verini, in cui il commissario argomenta le ragioni che lo portano a concludere che tutto il Pd umbro è commissariato, in ogni suo organismo, compresa l’Assemblea. Ma Borscia vuole una risposta, formale, da parte della Commissione di garanzia nazionale. Perché la forma è sostanza, commentano quanti sono insofferenti per il “ribaltone” operato in Umbria da Zingaretti e Verini. Inutili formalismi di un partito che si sta sciogliendo come neve al sole, è la replica di quanti non condividono la resistenza ad oltranza di bocciani, mariniani e ascaniani. Perché di “iani”, a dispetto di quanto vanno predicando Zingaretti a Roma e Verini in giro per l’Umbria, ce ne sono ancora tanti nella casa Pd che sta bruciando.

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