Pd Spoleto, corsa tra Cardini e Loretoni / Spunta il nome di Antonini - Tuttoggi.info

Pd Spoleto, corsa tra Cardini e Loretoni / Spunta il nome di Antonini

Carlo Ceraso

Pd Spoleto, corsa tra Cardini e Loretoni / Spunta il nome di Antonini

Democratici in crisi dopo dimissioni dei reggenti / Ex ds e margherita con Loretoni / I documenti
Lun, 01/12/2014 - 08:58

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Non c’è pace dentro casa del Pd di Spoleto alle prese con guerre intestine e colpi di coda che dimostrano come il partito non sia ancora uscito dalla crisi in cui è caduto già prima delle ultime amministrative (rivelatesi un tonfo nonostante la candidatura di servizio del segretario provinciale Dante Andrea Rossi, nella foto). Fallito anche l’obiettivo dei reggenti, nominati dopo le dimissioni del segretario Andrea Bartocci del giugno scorso, il piddì si ritrova a un bivio, tra commissariamento o elezioni di un nuovo segretario. La maggior parte dell’assemblea cittadina (50 i componenti) e gli stessi consiglieri comunali puntano alla seconda opzione, forse più per evitare l’ennesimo smacco che per il bene dello stesso partito ridotto ormai al lumicino. Il totonomine è presto che detto: da una parte Matteo Cardini, renziano doc (con un passato non proprio brillante quale responsabile dei giovani democratici prima e più recentemente responsabile dell’organizzazione); dall’altra Roberto Loretoni, già assessore nella giunta Brunini e presidente Ase in quella Benedetti. La partita si giocherà tra questi due nomi, anche se nelle ultime ore i margheritini stanno corteggiando Giancarlo Antonini, già leader della Cisl e da sempre vicino all’area del centrosinistra. L’ex sindacalista  non sarebbe però interessato alla partita.

Il favorito sulla carta sembra Loretoni che può puntare sia su ex diesse e magherita, sia su quella parte dei ‘renziani’ che ultimamente stanno facendo sentire il loro disappunto nei confronti della politica del premier. Che i supporter di Cardini siano in difficoltà lo dimostrerebbe anche una certa fibrillazione nel comunicare urbi et orbi la decisione del giovane democratico di scendere in campo. Su tutti spicca la consigliera Carla Erbaioli, autrice di un accorato appello pro Cardini (oltre che di qualche pressione di troppo su chi fra i giornalisti non ha dato troppo peso alla candidatura). Stando ai pronostici Loretoni potrebbe contare su circa 25 voti, Cardini su 15, mentre gli indecisi sarebbero una decina. La partita però è ancora tutta da giocare ma, stando ai bene informati, per la convocazione dell’assemblea cittadina potrebbero servire ancora un paio di settimane. Per Rossi quello della segreteria di Spoleto resta il problema più spinoso, visto che alle porte ci sono le elezioni regionali.

Il documento di Cardini – ecco di seguito il programma e la candidatura che Cardini ha inviato ai vertici regionali del partito: “Caro Segretario Regionale Leonelli e caro Segretario Provinciale Rossi,

Come ricorderete bene, a maggio, in seguito alle elezioni comunali, si è dimesso il Segretario del Partito Democratico di Spoleto. Al suo posto si è instaurata una reggenza che avrebbe dovuto traghettare il partito verso un congresso straordinario da svolgersi entro il mese di ottobre per eleggere un nuovo segretario. Tutto ciò non è stato fatto, con grave danno per il partito stesso e per il gruppo consigliare di minoranza. La situazione di stallo sembra inevitabilmente andare verso il commissariamento che non giova al partito e che, gioco forza, escluderebbe Spoleto dalle elezioni regionali, consegnandoci inevitabilmente in una condizione di subordinazione nei confronti delle altre città dell’Umbria. Per uscire da questa incresciosa situazione per la nostra città che sembra non trovare soluzioni io, insieme ad un gruppo di persone del Partito Democratico, ritengo giusto candidare un progetto. Prima di tutto, quindi, un’idea di partito e secondariamente un nome, il mio, scelta dagli amici con i quali da molto tempo ho condiviso questo percorso. Ci metto la faccia, cari segretari, mi assumo il rischio e la grande responsabilità, ma non posso più stare a guardare l’immobilismo in cui è sprofondato il Partito Democratico di Spoleto.

Sinteticamente fra i punti essenziali sui quali intendo convergere la mia attenzione e il mio impegno: 1. Formazione. Riteniamo che impegno primario per avere una classe dirigente adeguata sia la formazione. Il nostro impegno in tal senso sarà rivolto a tutti, con particolare attenzione ai giovani, per creare nel tempo una classe dirigente capace di affrontare con competenza la direzione del partito e di presentarsi agli elettori con l’autorevolezza necessaria a penetrare e risolvere i problemi della città e relazionarsi con le altre forze politiche e le altre città dell’Umbria. 2. Informazione. Crediamo sia opportuno avere un contatto assiduo e costruttivo con gli elettori, non solo in campagna elettorale, informandoli sulle attività di governo, a livello locale e nazionale. 3. Superamento effettivo delle correnti e meritocrazia. Ancora troppo spesso molte scelte si compiono in base ad una ormai superata e deleteria metodica di conta dei voti di appartenenza a correnti interne, invece che di effettiva competenza. Noi ci candidiamo per superare questa logica e per portare la meritocrazia come unico metodo di scelta. Non ci interessa molto la provenienza all’interno del Partito, piuttosto l’orizzonte, la meta, il punto prefissato di arrivo di chi si impegna a fare politica. 4. Allargamento dell’assemblea. L’organo più importante del partito democratico è l’assemblea dell’Unione Comunale composta da 50 iscritti. Noi riteniamo che il partito abbia bisogno di aprirsi e far entrare un numero maggiore di delegati per arricchire ulteriormente la discussione e le competenze in seno al partito. 5. Tavoli tematici. È nostra intenzione creare gruppi di lavoro su temi specifici, attraverso i quali studiare problematiche e approfondimenti, relazionandosi sia con i cittadini che con esperti, studiosi e forze politiche diverse per la ricerca di soluzioni adeguate e condivise. 6. Coordinatore gruppo consigliare. Individuazione di una figura specifica per il rapporto con il gruppo consigliare, per coordinare al meglio il lavoro dei consiglieri eletti, raccordandoli con l’Unione Comunale e quindi i circoli territoriali, al fine di costruire responsabilmente una opposizione costruttiva e mai strumentale. 7. Una gestione economica trasparente. Partendo da una situazione chiara e definita ripartire con una gestione assolutamente trasparente delle entrate e delle uscite del Partito Democratico di Spoleto.

Pochi punti, quindi, ma chiari per attuare i quali chiediamo l’aiuto di tutti per un vero percorso di rinnovamento che voglia ricostruire un partito aperto, trasparente, meritocratico ed inclusivo. Nei prossimi giorni chiederemo ai segretari di circolo di poter presentare il nostro programma anche agli associati per discuterne insieme e accogliere istanze o suggerimenti perché crediamo che anche il rapporto con i singoli iscritti vada ricostruito e valorizzato. Saremo disponibili in assemblea, qualora si presentassero altri candidati alla segreteria, per confrontarci nei contenuti e non solo sulle persone”.

La proposta di Roberto Loretoni – Loretoni ha sciolto ieri gli ultimi nodi inviando anch’egli la propria candidatura ai segretari Leonelli e Rossi e una bozza di programma da discutere con la base: “Con le dimissione del Segretario dell’Unione Comunale avvenute nel mese di giugno u.s. si è affidato il partito in questi mesi a un comitato di reggenti che ha dovuto lavorare per ripristinare il senso di appartenenza e di uscire in maniera diversa da come ci siamo entrati, credo che il lavoro da fare sia molto, ma credo che sia chiaro a tutti noi che è necessario farlo con le nostre forze.  Troppo a lungo e da troppe voci si è sentito parlare dei problemi che affliggono il PD, dal “cesarismo” alla eccessiva “pluralità” che ha finito per trasformarsi in personalismo fine a se stesso, senza presentare alcuna proposta concreta di soluzione. Nostro intendimento, invece, è proprio la ricerca di alcune piccole azioni che, se effettuate con coscienza e tempestività, possono mutare la situazione, lontano da qualsiasi lusinga di ritorno a un vago passato. Gli appuntamenti elettorali e non da meno la situazione politica nazionale, regionale e locale non ci consente di aspettare altro tempo anzi ci impone di trovare una soluzione programmatica che sia frutto di un insieme di riflessioni che debbono servire come traccia per far assumere alla Direzione Comunale il compito che dovrebbe svolgere: una proposta politica aperta e dinamica oltre al rinnovo degli organismi (Segretario e segreteria).

I cittadini che ci votano si aspettano una forza politica in grado di lavorare bene, con senso di responsabilità, che sia chiaramente consapevole degli obiettivi da raggiungere. Dobbiamo attribuire al partito un ruolo di elaborazione e di proposta, avvalendoci anche di competenze esterne, aprendo luoghi di confronto e discussione. Dobbiamo costruire una nuova fiducia nel Partito Democratico, non solo in funzione dell’azione delle amministrazioni degli Enti Locali, ma guardare oltre, a un’idea di comunità utile alla costruzione di una società migliore. Si tratta di un’elaborazione culturale fondata sull’affermazione di valori per noi imprescindibili, il lavoro, il merito, la solidarietà, coinvolgendo, attraverso i Circoli, e i settori vitali della nostra città che non ci hanno ancora individuato come punto di riferimento e di aggregazione per un lavoro comune. Noi stessi abbiamo bisogno di aprire un confronto con il mondo delle professioni e dell’impegno civile per ascoltare, capire, progettare. È necessario cominciare a delineare un nuovo progetto politico per la nostra città che sia culturale, sociale, di sviluppo economico, di ampio respiro, che garantirà benessere, coesione, rafforzamento della comunità, per i prossimi venti anni: questa è la sfida dei prossimi mesi, funzionale a  far sì che il Partito Democratico sia in grado di rispondere prontamente alle sollecitazioni emergenti dal territorio.

 Obiettivo fondamentale di un Partito così strutturato dovrà essere l’acquisizione di una collegiale programmazione, garanzia di un progetto politico di lungo periodo che assicuri benessere e prosperità per la nostra città negli anni a venire, andando così oltre la gestione delle quotidiane emergenze che ci impediscono di guardare al futuro con serenità. Diventa quindi prioritario definire le modalità di convivenza all’interno del Partito Democratico, il quale ha bisogno di coerenza, unità, senso di responsabilità, da parte dei propri militanti e dei propri dirigenti. Tali fattori sono presenti nel partito, ma non a un livello sufficiente, dato che in troppe occasioni essi sono venuti meno. Facendo riferimento al già citato personalismo, spesso ci si dimentica che, se all’esterno si viene ascoltati, è proprio perché si è legittimati dall’appartenenza al Partito: la costruzione del PD, pertanto, avviene arricchendolo al suo interno, non demolendolo all’esterno. Con ciò non intendiamo affatto rievocare alcuna forma di pensiero unico, giacché la ricchezza di idee scaturisce dalla  discussione e dal confronto, dai quali alla fine deve risultare una sintesi che sia la più giusta e corretta non solo per una parte, ma per l’intera collettività. Le porte del dialogo non dovranno mai essere chiuse, per evitare di lasciare ad altri l’opportunità di appropriarsi di un patrimonio che ci è sempre appartenuto. Dobbiamo superare questa situazione di impasse promuovendo la discussione e l’adozione delle decisioni, a tutti i livelli: un partito che sostiene a tal punto la democrazia da inserirla nel proprio nome non vi può prescindere. Gli organismi dirigenti, selezionati attraverso meccanismi trasparenti e meritocratici, devono avere la responsabilità di portare a sintesi le diverse istanze che emergono sia in seno al partito sia nella società, partendo da esse per elaborare una politica che sia chiara, condivisa, efficace nell’affrontare i problemi. Non è vecchio “organizzativismo” porre in discussione il modo di essere del nostro partito: la capacità di iniziativa politica e culturale, ma anche il suo modo di tornare a sapersi radicare, di essere presente, nella città, e nello scenario territoriale,provinciale e regionale.

 Il Partito ha bisogno di essere rilanciato grazie ad un nuovo progetto organizzativo. Un progetto che sappia innovare il nostro partito senza disperdere le cose migliori della storica tradizione dei partiti di massa radicati sul territorio. Tutte le democratiche ed i democratici devono mettere passione e determinazione nel fare grande il Partito Democratico di Spoleto, un partito antifascista, laico, aperto e nuovo.

Il Partito è autorevole ed è riconosciuto come tale dai cittadini se:  sta tra la gente; si confronta continuamente con la cittadinanza ed il suo elettorato; “ci mette la faccia”; smette di guardarsi all’ombelico, di litigare sugli organismi, e si occupa dei problemi dei cittadini in primo luogo il lavoro; discute al suo interno e sa coinvolgere nella sua azione politica i suoi elettori e tutti coloro che hanno partecipato e partecipano alle primarie; riesce ad incidere sui processi economici e sociali che attraversano i nostri territori; sa aprirsi alla società, attrarre intelligenze, misurarsi con la modernità; è conosciuto e conosce gli attori economici e sociali dei nostri territori (associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, movimento dei consumatori associazioni di volontariato, comunità religiose…) e con essi confronta continuamente le proprie idee e le proprie proposte; fa politica, costruisce percorsi, prende posizione pubblicamente e senza alcun timore sulle questioni che riguardano la vita quotidiana e futura dei nostri territori; discute al suo interno in modo franco e trasparente per poi prendere decisioni nette e precise; è in grado di fare “squadra”, di rinnovarsi nelle persone e nelle idee con l’aiuto di chi ha più esperienza, per creare nuovi gruppi dirigenti capaci e responsabili; sa riconoscere anche cosa non funziona: la disaffezione al voto da parte del nostro elettorato è un segnale chiaro che esige risposte decise. Nel corso degli ultimi anni il Partito Democratico a Spoleto ha sempre conseguito risultati vincenti che hanno fatto risaltare la nostra città a livello europeo e nazionale. La gente ci chiede di assumere in pieno la responsabilità di governare e di risolvere i problemi, affrontando con determinazione tutti i temi, anche quelli più difficili. Partendo dal dialogo e dall’unanime volontà di lavorare quotidianamente per il bene della collettività superando l’individualismo, con la giusta miscela di rinnovamento e di esperienza, saremo in grado di parlare dei problemi reali, non più soltanto dei nostri posizionamenti interni, e faremo di Spoleto un vero e proprio laboratorio politico di buon governo e di costruzione dell’alternativa del Partito Democratico al governo della città. Questo documento rimarrà aperto al contributo di tutti, Circoli, iscritti,anche associazioni esterne, pertanto non prendete queste riflessioni come “la linea”, ma come degli spunti su cui avremo bisogno di ciascuno degli iscritti, per renderli poi il vero piano di lavoro per un nuovo progetto politico del PD Spoletino. Sono a disposizione per la Segreteria (fino al Congresso come proposto da alcuni Circoli e da altri mebri di tutti i Circoli componenti la Direzione Comunale), qualora sia chiaro che questa proposta è inconciliabile con una politica fatta per “correnti”. Tutti si devono sentire a casa loro, tutti possono portare il loro contributo; devono contare le idee, la passione, il merito; l’unica appartenenza è quella al Partito Democratico”.

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