Si fanno sempre più agitate e insidiose le acque sulle quali dovrà navigare il sindaco Nando Mismetti: a rendere turbolento il prosieguo della legislatura, non tanto gli attacchi e l’ostruzionismo delle opposizioni quanto i mal di pancia interni allo stesso Partito Democratico. Foligno come Roma quindi, dove a turbare i sonni del premier Matteo Renzi è l’area di sinistra, costantemente sul piede di guerra.
Sul banco degli imputanti, politicamente parlando, sono finiti in particolar modo quattro consiglieri comunali ed un assessore, i cui nomi ormai non sono più un mistero: Elio Graziosi, Michela Matarazzi, Moreno Finamonti e Paolo Gubbini, oltre a Maura Franquillo in giunta comunale. Oltre a loro, vengono tenuti d’occhio anche Lorella Trombettoni e Vincenzo Falasca, che nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale hanno votato alcune proposte avanzate da gruppi di minoranza.
In pratica, la metà del gruppo consiliare piddino, va a briglia sciolta e questo ha mandato su tutte le furie il primo cittadino, tanto che sarebbe persino arrivato a minacciare le dimissioni e riportare la città alle urne, pur di non diventare paradossalmente ostaggio del suo partito. Il clima rischia di surriscaldarsi in vista delle ormai imminenti elezioni regionali, per fare il punto della situazione locale e regionale, lunedì sera si è svolto un vertice alla presenza di sindaco, assessori e consiglieri comunali piddini, segretari di circolo e segreteria comunale, con la presenza di Andrea Pensi delegato del segretario umbro Giacomo Leonelli.
“Abbiamo condiviso l’idea di lasciare le due questioni separate e che tutti siamo pronti a sostenere le candidature di Luca Barberini e Rita Zampolini – fa sapere Elio Graziosi – ma per il resto, non ci stiamo ad essere indicati come ‘riommiani’ o ‘dissidenti’. Siamo una minoranza interna al partito espressione dell’area di sinistra, e non ci sembra una posizione così grave, avviene anche nel resto del Paese”. Si passa quindi alla cosiddetta ‘politica delle mani libere’? “Su alcune tematiche siamo pronti a votare come più riterremo opportuno per il bene della città – avvisa Graziosi – anche perché non siamo più disposti a condividere disposizioni non partecipate”.