Manca l’ufficialità, che dovrebbe arrivare direttamente dalla voce di Nicola Zingaretti, ma il congresso del Partito democratico dell’Umbria si avvia verso la sospensione. La giornata campale è stata quella di ieri, quando sul tema è arrivata la presa di posizione di Tommaso Bori, capogruppo dem e uno dei candidati.
“Alla luce della ripresa della pandemia di Covid è opportuno che il congresso del Pd venga congelato, ma non fermato. Congelare il congresso umbro, non significhi però annullarlo. Occorre mantenere le regole che ci siamo dati, aggiornando le modalità di discussione e di voto, preservare il tesseramento e i candidati che sono già in campo, compresa l’estesa platea di iscritti presenti in lista. Altrimenti si vanificherebbe il lavoro e l’impegno messo in campo fino ad oggi. Ma soprattutto è necessario smettere di schiacciare il dibattito su ruoli e incarichi, spostando l’attenzione sui temi, i progetti e le idee per il Pd e per l’Umbria, così come noi abbiamo tentato di fare sin dal primo giorno. Perché non possiamo più permetterci un Partito democratico privo di organismi legittimati, di partecipazione collettiva e di scelte condivise, come purtroppo avviene da oltre un anno e mezzo“. Secondo Bori “data la recrudescenza della pandemia e la recente impennata dei contagi, serve ora un gesto di responsabilità collettiva, che porti a valutare il congelamento momentaneo dei congressi senza che con ciò, si arrivi a vanificare il lavoro compiuto in questi mesi e ad arrestare il percorso di discussione e confronto già avviato“.
All’apertura di Bori, arriva la replica degli altri tre contendenti Massimiliano Presciutti, Francesco De Rebotti e Alessandro Torrini, oltre al candidato per il provinciale, Carlo Elia Schoen. “Finalmente, dopo settimane hanno tutti compreso che il congresso regionale non si può svolgere in questa situazione di drammatico aumento dei casi Covid-19 in Italia e, soprattutto, in Umbria. Ci fa piacere che prevalga il buon senso e che tutta la comunità del PD umbro converga nell’adottare il principio di precauzione. In questo momento tutti i dirigenti e i rappresentanti istituzionali del Partito Democratico, ciascuno secondo le proprie responsabilità, devono produrre il massimo sforzo possibile per contribuire a risolvere i gravi problemi – sanitari, sociali ed economici – che ci pone la pandemia. Proprio per concentrarci sui nostri doveri politici ed istituzionali noi nei giorni scorsi avevamo autosospeso la nostra campagna congressuale”.
“Come era facilmente prevedibile, i congressi del PD sono stati sospesi anche nelle altre regioni italiane dove erano previsti. Chiaramente, le modalità della sospensione del nostro congresso regionale e le forme secondo le quali si organizzerà il partito umbro nel corso di questa seconda ondata pandemica, saranno decise nelle sedi e dagli organismi competenti.
Il lavoro di questi mesi è certamente stato utile. Gli iscritti del PD hanno cominciato a capire dove si annidano le troppe ipocrisie. Cresce nel PD la voglia di partecipare ad una comunità inclusiva e plurale. Di uscire dalla retorica delle frasi fatte per stare nella concretezza delle cose da fare. Ci sembra sia un primo importante risultato. Continueremo nei prossimi mesi a fare attività politica e amministrativa come sempre abbiamo fatto, dalla parte dei cittadini.
“Congelato? Io credo che sia tutto da rifare partendo dalle regole, dove tutti i candidati hanno pari opportunità e sopratutto la possibilità di consultare iscritti e non. Proviamo a ridare credibilità a questo partito con un congresso aperto, plurale, coinvolgente e non blindato e chiuso, come quello previsto per questi giorni e questo stop dettato dalla pandemia ci serva quindi per ragionare e creare un clima più disteso e sereno possibile, come era previsto alla stesura dello statuto del partito democratico 13 anni fa e non da un secolo“. Le proposte sono del coordinatore del Partito democratico di Gualdo Tadino, Luciano Recchioni.
“Ribadisco la necessità di un segretario/a e di una linea politica seria e chiara e questo allungarsi dei tempi certamente non agevola ma c’è necessità comunque di una guida. Pertanto in attesa del congresso propongo un reggente per la provincia di Perugia e uno di Terni con un commissario nazionale al difuori degli schemi Umbri. Il compito anche se molto difficile, sarà quello di tornare a parlare con i circoli territoriali, ragionando con i segretari dove ci sono o con con chi rappresenta il partito. Troppi comuni sono senza tessere e troppi circoli senza segretari, quindi bisogna iniziare a ricostruire una base capace di dare gambe, testa e corpo nel prossimo congresso. Non mi sembra di chiedere la luna ma un percorso che torni ad avere un pd attrattivo e iscritti che sappiano parlare alla gente 365 giorni l’anno e non solo per le consultazioni elettorali. Sia chiaro che i reggenti non potranno poi essere candidati alla sfida del congresso“.