Nuovo capitolo sulla nota questione delle passerelle ciclopedonali di Città di Castello, chiuse e in degrado ormai da anni.
Dopo i tanti annunci – l’ultimo risalente a febbraio con l’annuncio del via libera al progetto esecutivo per la manutenzione straordinaria (conclusione dei lavori prevista a inizio aprile 2022) – purtroppo ancora nulla è stato fatto e, a quanto pare, alcune di queste passerelle sono state letteralmente inghiottite dalla vegetazione (nella foto quella di Piosina).
A dare risposte sulla situazione delle tre passerelle – sui torrenti Regnano (Piosina), Lucestro (Trestina) e Scatorbia (in prossimità del cippo di Venanzio Gabriotti nel quartiere Madonna del Latte) – è stato l’assessore ai Lavori pubblici Riccardo Carletti, che ha risposto in Consiglio comunale – punto per punto – ai quesiti posti dall’interrogazione del Pd.
Sui motivi del ritardo nell’esecuzione dei lavori, il membro della giunta Secondi, ha ammesso una tempistica più lunga del normale “a causa della congiuntura particolarmente infelice dovuta alla situazione di mercato (reperibilità e costi) del principale materiale dell’appalto, il legno lamellare, nonché della congestione degli uffici tecnici, dovuta all’arrivo dei fondi Pnrr”.
Carletti ha comunque annunciato che i lavori sono stati ufficialmente consegnati, “e se ne prevede l’ultimazione nei tempi contrattuali di 60 giorni a partire da oggi”. Era il 30 maggio, data in cui il cantiere era stato consegnato all’azienda che realizzerà le opere.
Sull’utilizzo dei materiali – il Pd aveva chiesto se non si considerasse opportuno proteggere il tavolo in legno con materiale più robusto e performante – l’assessore ha fatto sapere che “il progetto delle strutture prevede un tavolato di calpestìo, primo elemento suscettibile di usura e marcescenza, con una pendenza atta allo scolo delle acque piovane, per evitarne il dannoso ristagno. Anche i corrimano saranno realizzati con un’opportuna pendenza per lo stesso motivo: in presenza di eventuali economie di spesa, è ipotizzabile inoltre la protezione di quest’ultimi tramite scossaline in lamiera, cosa non attuabile per il tavolato di calpestìo per ovvie ragioni di sicurezza nella sua percorrenza”.
Sull’ipotesi di attraversamenti alternativi per cavalli in prossimità delle passerelle, Carletti ha infine risposto che, per almeno due delle tre passerelle si potrebbero “riutilizzare i guadi esistenti e ora abbandonati. Tale operazione però comporterebbe una serie di nulla osta superiori, tra cui quello a fini idraulici del competente servizio regionale, quello dell’autorità di bacino del Tevere è quello della Soprintendenza per i beni ambientali. Quindi se l’amministrazione volesse decidere di procedere in tal senso l’intervento si collocherebbe comunque a una certa distanza temporale dagli attuali lavori e non nell’ambito degli stessi”.