Gran bello spavento per Alessio Campriani – attualmente impegnato nella traversata oceanica con la barca a vela più piccola del mondo – e tutto il suo staff che lo segue da terra.
Nelle giornata odierna (29 marzo), infatti, il team tecnico del navigatore tifernate ha tenuto il fiato sospeso fin dalle prime ore del mattina: la posizione Gps della Pinky I (barca autocostruita di soli 5,5 metri) non è stato più visibile per molte ore. L’ultimo punto inviato era all’una (ora italiana) poi più nulla.
Questo ha portato ad attimi di vera apprensione anche per il fatto che, pochi minuti prima, il monitor con i segnali AIS (Sistema di Identificazione Automatica) aveva indicato la presenza di una nave cargo da 200 metri di lunghezza che stava navigando da Nord-Est a Sud-Ovest e che quindi avrebbe potuto tagliare la rotta di Campriani (da Est a Ovest). La velocità del cargo era di 20 nodi mentre Alessio viaggiava a soli 3,8 nodi. Una montagna di acciaio contro un puntino nel mare che avrebbe lasciato rare possibilità di fuga al tifernate.
Il team ha inviato ripetuti messaggi al navigatore dal momento della scomparsa ma senza mai una risposta, quando finalmente, alle ore 7, è arrivata la risposta di Campriani: “Tutto OK. Ho preso un groppo di vento (incremento violento e veloce della velocità media del vento che è associato di solito a tempo perturbato come rovesci di pioggia o temporali, ndr) che mi ha fatto penare parecchio”.
Poi ha precisato: “Ad un certo punto il vento è cessato completamente, poi è arrivata una raffica immediata fortissima e il Gennaker (la vela) è letteralmente esploso. Il tessuto è ridotto a ‘stelle filanti’. Poi vento forte con direzione variabile, infine acqua a catinelle. Ho messo in sicurezza la barca e stretto i denti fino alla fine di questa ‘centrifuga’ che per fortuna è durata circa un’ora. Adesso sono ritornato in rotta ma devo navigare con il genoa e quindi la velocità ne risente, ho riattivato tutti gli apparati elettrici di bordo e sono esausto. Cerco di riposare per un po’ se l’overdose di adrenalina me lo consentirà”.
La destinazione finale di Campriani, in questa incredibile quanto faticosa impresa, è l’isola di Guadalupa, ora sicuramente più vicina. Il navigatore tifernate era partito inizialmente da Lagos (Portogallo) il 4 novembre 2022 ma un inconveniente (rottura attacco al pilota automatico e un infortunio alla schiena) lo aveva costretto a riparare a Lanzarote (Isole Canarie). Dopo quasi 3 mesi, il 27 febbraio scorso, è ripartito da qui per portare a termine la traversata ma anche stavolta si è ritrovato a dover fare i conti con un guasto elettrico e altri problemi, dirottando verso le isole di Capo Verde per sostituire la batteria, riparare una vela strappata e mettere a punto l’imbarcazione. Da qui era infine salpato nuovamente il 13 marzo scorso.