La richiesta ufficiale inviata al presidente Figc Umbria Luigi Repace sia per il 15 che per il 22 maggio (Mezzani) "Chiediamo incontro per valutare soluzione al problema" | Nel 2017 il clamoroso caso della retrocessione "a tavolino" del Ponte d'Assi
Con l’attesissimo ritorno dei Ceri – dopo 2 anni di stop – il mondo del calcio eugubino chiede la revisione del calendario di alcuni campionati, poiché quest’anno il 15 maggio e 22 maggio (giorno dei Mezzani), cadranno entrambi di domenica, quando sono in programma le ultime due giornate della stagione.
A inoltrare ufficiale richiesta di spostamento delle partite, inviata al presidente della Figc Comitato Regionale Umbria Luigi Repace, sono ben 9 squadre del territorio – Branca 1969, Padule San Marco, Real Padule, Ponte D’Assi, Pol. CSI Oratorio Don Bosco Gubbio, Fontanelle, Grifo Sigillo, Atletico Gualdo Fossato e Cerqueto – che nelle rispettive rose contano tantissimi ceraioli, per niente disposti a rinunciare alla loro Festa.
Le società scriventi, che hanno inviato l’istanza a fine febbraio, chiedono “nel più breve tempo possibile un incontro con il Presidente Luigi Repace e gli organi federali addetti per valutare di comune accordo una eventuale soluzione al problema”.
Nella missiva si rende nota “la seria difficoltà a disputare le gare in programma 15 e 22 maggio, anche per i rispettivi settori giovanili e per le eventuali gare relative a tali campionati”. Si cita inoltra il problema legato all’ordine pubblico, “in quanto in quelle due giornate non verrà sicuramente garantito dalle forze dell’ordine stesse impegnate sempre nella Festa dei Ceri”. Il tutto va ovviamente a sottolineare, ancora una volta, quanto questo giorno sia sacro e intoccabile per tutta Gubbio.
Nel 2017 proprio una delle società firmatarie della richiesta, il Ponte D’Assi, fu protagonista di una clamorosa quanto rara vicenda: nello stesso giorno dei Ceri Mezzani era infatti in programma la finale playout contro il Moiano, decisiva per la retrocessione. I calciatori eugubini, però, che si erano visti negare lo spostamento del match anche dalla Lega, preferirono onorare il loro Santo Patrono, condannando inevitabilmente il Ponte d’Assi alla retrocessione “a tavolino”.