Categorie: Cronaca Foligno

Parco di Prato Smeraldo, ovvero come passare del tempo tra erba alta e rifiuti abbandonati (Foto TO®)

Sono sicuramente diversi i cittadini di Foligno, nella fattispecie anziani ma soprattutto famiglie con al seguito i bambini, che d’estate, complice il bel tempo e le vacanze, scelgono volentieri i parchi della città (come il Parco dei Canapè, il Parco Fluviale Hoffmann e quello di Prato Smeraldo) per passare qualche ora all’aria aperta tra il verde e – per i più piccini – i giochi. Natura e divertimento non mancano dunque in città, peccato invece che a venire meno, in alcuni di questi siti, sono la manutenzione e la pulizia. È questo il caso del parco adiacente la scuola primaria “Goffredo Mameli” e l’asilo nido “Prato Smeraldo” nel quartiere residenziale, per l’appunto, di Prato Smeraldo, attrezzato con panchine, tavoli, una fontanella, giostre e un campo per il gioco del calcio. Tutto certamente molto positivo se non fosse che, attorno a tali installazioni e alle due “casette” (una delle quali sede della base associativa folignate di ArciPesca Fisa), è possibile imbattersi in banchi di erba alta non tagliata, che rendono sicuramente il passaggio fastidioso per gli adulti e difficoltoso, se non addirittura pericoloso, per i bambini. E questo non è certamente l’unico disagio: altro fattore disturbante per gli avventori del Parco, soprattutto per i più piccini che avrebbero sicuramente il piacere di potersi buttare in mezzo al verde (cosa che il più delle volte, per forza di cose, viene impedita dai genitori), è quello della sporcizia. Passeggiando qua e là per il parco di Prato Smeraldo, infatti, ci si imbatte spesso e con facilità in fazzoletti usati, cartacce, bottiglie di plastica, di vetro e brick vuoti, mozziconi e pacchetti vuoti di sigarette, contenitori di cartone per succhi di frutta e involucri per caramelle e merendine, seminati alla bell’e meglio e con assoluta nonchalance per tutto il Parco. Ciò che soprattutto infastidisce, poi, è l’abbandono di tali rifiuti, in alcuni casi, esattamente sotto i cestini installati in diversi punti del Parco, quasi si trattasse di una forma di sfregio o di sfida. Il che, poi, è “semplicemente” una mancanza di rispetto per l’autorità, la città, ma soprattutto per i propri simili e le nuove generazioni.
(Eli. Pan.)
© Riproduzione riservata