La gigantesca area verde di San Giustino ha raggiunto la finale del concorso "Il parco più bello" nella categoria "Giardini pubblici"
Il parco del Castello Bufalini di San Giustino è stato riconosciuto – da un’apposita giuria di esperti – tra i 10 più belli d’Italia nella categoria “Giardini pubblici” del concorso “Il parco più bello”, unificato in un’unica edizione per il biennio 2020/21.
Viva soddisfazione, ovviamente, è stata manifestata dalla direttrice Veruska Picchiarelli, particolarmente attenta all’integrazione tra arte, ambiente, paesaggio.
L’importante concorso è stato voluto dall’architetto Leandro Mastria, Presidente della Segreteria Organizzativa, con il Patrocinio di Mic, Ministero dell’Ambiente, Unesco, Aci e con l’adesione del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), e dell’Aiapp (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio).
Il comitato scientifico, composto da nomi autorevoli quali Vincenzo Cazzato (presidente Università del Salento), Alberta Campitelli (già Dirigente dell’Ufficio Ville e Parchi Storici della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma), Marcello Fagiolo (già Presidente del Comitato nazionale per lo studio e conservazione giardini storici), Ines Romitti (architetto paesaggista Aiapp-Ifla), Luigi Zangheri (già Presidente del Comitato scientifico internazionale per i paesaggi culturali Icomos-Ifla) e Margherita Azzi Visentini (Politecnico di Milano), ha valutato in base ai parametri previsti dal regolamento: interesse storico-artistico, interesse botanico, stato di conservazione, programma di gestione e manutenzione, servizi, accessibilità e informazioni offerte all’utenza.
Il Castello Bufalini di San Giustino nasce come fortezza militare alla fine del XV. Nella prima metà del Cinquecento subisce una prima trasformazione in palazzo signorile fortificato, con logge eleganti di gusto tardo rinascimentale.
L’ampio parco circostante è costituito da un’area boscosa con lecci secolari e un giardino “all’italiana”. Ridisegnato nel sec. XVII, il giardino si sviluppa nello spazio tra il fossato a pianta stellare e il muro di cinta. Tra fine ‘600 e primi del ‘700, con il progetto dell’architetto tifernate Giovanni Ventura Borghesi, palazzo Bufalini viene ristrutturato come amena villa di campagna, con il reimpianto del giardino “all’italiana”, irrigato dalle acque del fiume Vertola. Sono presenti varietà di frutti, limonaia, ragnaia, fiori rari, erbe officinali e ortaggi. Spiccano inoltre, per la particolare bellezza, il giardino segreto, il roseto, la galleria vegetale o volta botte di alloro e il grande labirinto impiantato nel 1692.
Lo stato attuale dei lavori di restauro permette l’apertura al pubblico del piano terra dell’edificio, della loggia tardorinascimentale al primo piano, della Sala degli Dei nel piano ammezzato del maschio con gli affreschi di Cristofano Gherardi, detto il Doceno (1508-1556) e del giardino “all’italiana”. Il parco è corredato da limonaie e numerose fontane. Il visitatore ha la possibilità di godere di un ambiente conservato in tutte le sue componenti, architettoniche, storico-artistiche, negli arredi, nelle suppellettili e perfino nell’archivio familiare, che fanno del Castello un raro esempio integro di dimora storica.