“Non dimenticatevi di pregare per me perché anche io ho le mie povertà, e tante“. Si chiude così la visita di Papa Francesco ad Assisi, arrivato alla Basilica di Santa Maria degli Angeli per incontrare 500 poveri. E prima di andarsene il Pontefice ha lasciato in dono ai poveri presenti uno zaino con all’interno dei vestiti, scarpe e mascherine anti-Covid lavabili, tutto realizzato con materiale eco-sostenibile. Il Santo Padre è arrivato mezz’ora in ritardo: prima dell’incontro con i 500 poveri da tutta Europa ha infatti visitato le clarisse di Santa Chiara e apparentemente, dopo la fine della visita, è andato anche da quelle di Spello. I poveri hanno invece pranzato al Pala eventi, insieme ai vescovi di Assisi e Spoleto-Norcia, con il catering di un ristorante della zona, Il cuoco innamorato, aiutato dai ragazzi dell’Alberghiero di Assisi.
Francesco attraversa a piedi tutto il ‘vascone’ della Basilica, accerezza i bimbi e le mamme, offre in dono rosari. Accolto da cori e da un cartellone con scritto “bentornato” (è la quinta visita di Bergoglio ad Assisi, con la sesta già programmata nel 2022), viene poi accolto dalle autorità civili e religiose e da alcuni poveri in rappresentanza dei cinquecento che lo attendono in Basilica e che gli consegnano simbolicamente il mantello e il bastone del pellegrino. Il saluto è stato letto da un giovane immigrato eritreo.
All’interno della Basilica il Pontefice ascolta diverse testimonianze: quella di una giovane coppia di Parigi che, con la loro bambina di 4 mesi, ha fatto volontariato nelle ‘banlieue’, un detenuto spagnolo ‘salvato’ da un sacerdote, un polacco che, ex drogato, oggi aiuta quelli che affrontano il suo stesso percorso, una giovane ragazza afghana salvata dalla Chiesa ma con il cuore e lo spirito ancora “laggiù”.
I “fatti di vita valgono più delle prediche“, ha detto il Pontefice, ricordando che i “fioretti” di San Francesco “sono stati raccolti per mostrare la bellezza della sua vocazione. Ci sentiamo attratti da questa semplicità di cuore e semplicità di vita: è l’ attrazione stessa di Cristo, del Vangelo. Sono fatti di vita che valgono più delle prediche“. E a proposito di vita, Francesco ha invitato a “tornare a scandalizzarsi davanti alla realtà di bambini affamati, ridotti in schiavitù, sballottati dalle acque in preda al naufragio, vittime innocenti di ogni sorta di violenza. È tempo che cessino le violenze sulle donne e queste siano rispettate e non trattate come merce di scambio. È tempo che si spezzi il cerchio dell’ indifferenza per ritornare a scoprire la bellezza dell’ incontro e del dialogo. E’ tempo dell’ incontro: se non torniamo ad incontrarci andremo incontro ad una fine molto triste. Bisogna restituire la parola ai poveri, per troppo tempo le loro richieste sono rimaste inascoltate. Ci si rimbocchi le maniche per restituire dignità creando posti di lavoro”. Bisogna spezzare il cerchio dell’ indifferenza per ritornare a scoprire la bellezza dell’ incontro e del dialogo“.
Da Papa Francesco è arrivato l’invito a “trasformare la nostra povertà in ricchezza da condividere. Ecco l’ espressione più evangelica che siamo chiamati a fare nostra: l’ accoglienza: accogliere significa aprire la porta, la porta della casa e la porta del cuore, e permettere a chi bussa di entrare. L’ accoglienza genera il senso di comunità; il rifiuto al contrario chiude nel proprio egoismo. Madre Teresa, che aveva fatto della sua vita un servizio all’ accoglienza, amava dire: ‘ Qual è l’ accoglienza migliore? Il sorriso’ . Condividere un sorriso con chi è nel bisogno fa bene a tutt’ e due, a me e all’ altro. Il sorriso come espressione di simpatia, di tenerezza“.
È il giorno della visita di Papa Francesco ad Assisi alla vigilia della giornata dei poveri che si celebra il 14 novembre.
La giornata di oggi è partita con un fuoriprogramma: il Santo Padre è infatti arrivato con mezz’ora di ritardo rispetto al previsto. Si è infatti recato a far visita alle suore clarisse a Santa Chiara. Poi alle 9,30 l’arrivo a Santa Maria degli Angeli e, per prima cosa, la benedizione dei bambini presenti che lo hanno accolto con un cartellone con scritto “Bentornato”.
In piazza quindi l’accoglienza da parte – tra gli altri – del vescovo Sorrentino, del sindaco Stefania Proietti e del presidente della Ceu monsignor Boccardo. Con il primo cittadino che ha donato al Santo Padre un Tau.
Ad accogliere nella giornata il Pontefice saranno i poveri, che formeranno un “abbraccio” ideale. Verranno consegnati simbolicamente al Papa da alcuni poveri il mantello e il bastone del Pellegrino, a indicare che tutti sono venuti pellegrini nei luoghi di San Francesco per ascoltare la sua parola.
In Basilica c’è stata la testimonianza di sei poveri (2 francesi, un polacco, uno spagnolo, 2 italiani).
E’ stata quindi la volta del discorso del Santo Padre: “Assisi non è una città come le altre, porta impresso il volto di San Francesco”.
“Dobbiamo accogliere gli altri con cuore aperto, – ha proseguito – siamo venuti per incontrarci con il cuore aperto e la mano tesa. Ognuno di noi ha bisogno dell’altro, la debolezza può diventare forza che migliora il mondo. Spesso la presenza dei poveri è vista con fastidio e sopportata, dire che i responsabili della povertà sono i poveri è un’ingiustizia in più che evita di farsi un esame di coscienza, una ipocrisia di chi vuole arricchirsi alle spalle dei più deboli. Ai poveri va restituita la parola, si devono aprire gli occhi per vedere lo stato di disuguaglianza. Dobbiamo rimboccarci le maniche per creare posti di lavoro, dobbiamo scandalizzarci di fronte a bimbi affamati, vittime innocenti di violenza, sballottati dalle acque del naufragio. Bisogna spezzare il cerchio dell’indifferenza per scoprire la bellezza dell’incontro.
Ho ascoltato con attenzione le vostre testimonianze e vi dico grazie per quello che avete manifestato con coraggio e sincerità, avete voluto condividerle con tutti noi”.
E’ seguito un momento di preghiera, quindi la distribuzione del dono del Santo Padre ai poveri e i saluti conclusivi.
Il Papa rientrerà poi in elicottero in Vaticano mentre i poveri saranno ospitati per il pranzo organizzato da tutte le Caritas dell’Umbria.
In occasione della visita di Bergoglio, un messaggio è arrivato anche dal sindaco di Assisi, Stefania Proietti: “Con il suo ennesimo gesto di amore assoluto, Papa Francesco, oltre a eleggere Assisi come città messaggio del suo magistero, ci invita a mettere concretamente i poveri e i più fragili al centro in ogni nostro campo di responsabilità, primo tra tutti quello politico, e chiede di prenderci cura degli altri a partire dai poveri, facendolo egli stesso per primo .Con il suo agire Papa Francesco ci apre la strada per affrontare le sfide, quella della lotta a ogni povertà come quella, così intimamente legata, della questione ambientale, e ci chiede – come ha fatto nel suo messaggio ai delegati della Cop26 – di farlo ‘con decisioni concrete ispirate dalla responsabilità verso le generazioni presenti e future’“.
(articolo in aggiornamento)