del Circolo Rifondazione Comunista Spoleto
Come ha ricordato a tutti Simonetta Bandini di Lega Ambiente, il circolo PRC di Spoleto ha fatto parte del Comitato Difesa Ambiente Spoleto e insieme ad altri partiti, associazioni e singoli cittadini si è battuto contro quello che è ormai tristemente noto come l’ECOMOSTRO di Spoleto. A qualche giorno dalla lettura del dispositivo della sentenza di primo grado (della quale ancora non si conoscono le motivazioni, essendosi riservato il giudice novanta giorni per il deposito in cancelleria) il nostro circolo potrebbe a tutti gli effetti e senza alcun dubbio rivendicare una parte del merito per quello che la magistratura ha recentemente deciso. In ogni caso il successo sarebbe di quel comitato che si è impegnato a difendere il bene comune, la propria città, ma in realtà crediamo che in tutta questa complicatissima vicenda, che ha scatenato e diviso la città, non ci sia nessun vincitore, ma ci siano invece solo degli sconfitti:
– la città che certamente soffrirà forse per sempre, o almeno per molti anni, della ferita inflittagli con quell’orribile costruzione che deturpa il paesaggio;
– gli acquirenti degli appartamenti, che aspetteranno per anni di entrare nelle case acquistate;
– gli artigiani che hanno eseguito i lavori e che devono ancora essere retribuiti;
– gli abitanti della zona che dovranno convivere a lungo con un cantiere aperto, visto che nessuno può farsi illusioni sui tempi per il completamento dell’iter burocratico.
Per questo troviamo disdicevole il comportamento di quanti, in questi giorni, hanno cavalcato l’onda emotiva scatenata da questa sentenza, sia a destra che a sinistra, in piena campagna elettorale per attribuirsene impropriamente il merito o per chiedere licenziamenti a sproposito. Chiedere il licenziamento dei tecnici comunali additandoli come unici responsabili della vicenda, è del tutto fuori luogo e fuori bersaglio, poiché sarebbero gli unici a pagare per responsabilità che a loro non appartengono. Nel caso specifico, poi, pagherebbero per le responsabilità di chi, nelle sede istituzionali, ha contribuito all’approvazione del progetto, e che ha dato successivamente mandato agli uffici di procedere all’attuazione delle linee programmatiche dettate dalle amministrazioni.Per altro verso non è possibile accettare i proclami di chi, a poche ore dalla divulgazione della sentenza, si auto proclama vincitore rivendicando la paternità della battaglia contro lo “scempio” dell’ecomostro. Quella vittoria, se di vittoria si può parlare, è di tutto il Comitato nel quale, peraltro, era presente qualcuno che ha pagato personalmente e pesantemente. Certamente ci sono delle responsabilità, gravi, di chi ha il compito di salvaguardare il patrimonio artistico, storico e culturale della nostra città, e di chi, inoltre, con un ritardo mostruoso è intervenuto dopo l’ultimazione del Palazzo. La nostra città è appunto di tutti e chi amministra non deve arrogarsi il diritto di deciderne le sorti, ma deve tener conto della volontà dei suoi concittadini, soprattutto per quello che riguarda la qualità della vita, la tutela del paesaggio e dei beni comuni. E’ importante ricordare e riaffermare che le parole democrazia e partecipazione non siano uno slogan elettorale ma due grandi valori da difendere.