Un gregge di ovini è stato sequestrato, insieme ad altri due “collegati epidemiologicamente“, per un focolaio di scrapie a Norcia. La malattia in questione fa parte delle encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE), come la più nota “mucca pazza” (BSE), e come a quest’ultima vengono applicate le stesse misure di profilassi, anche se la scrapie – conosciuta da tre secoli – non è trasmissibile all’uomo. Tuttavia il pericolo è che ora numerosi animali, che già erano scampati al crollo dei capannoni dove si trovavano durante il terremoto del 30 ottobre, debbano essere abbattuti perché a rischio contagio. L’ennesima tegola per gli allevatori già provati da una situazione difficilissima e che hanno visto morire nelle ultime settimane pecore e capre a causa del sisma, prima per i crolli, poi perché alcune di loro sono state sbranate da lupi.
A disporre il sequestro è una ordinanza del sindaco di Norcia Nicola Alemanno datata 9 gennaio, a seguito di specifiche analisi condotte su un ovino. L’animale in questione è stato analizzato dal Centro di referenza per le encefalopatie animali di Torino, che in data 29 dicembre ha confermato la positività al test di una pecora. Ne è quindi seguita una comunicazione, datata 4 gennaio, dal Servizio veterinario della Usl Unbria 2 di Norcia al Comune. Il cui sindaco, come responsabile della salute pubblica, ha avviato le procedure previste a livello nazionale per la profilassi della scrapie negli allevamenti ovini e caprini.
La malattia, di tipo genetico, solitamente è latente per vari mesi ed anche per numerosi anni: non esistono vaccini e viene diagnosticata solo dopo la morte dell’animale, anche se ci sono vari sintomi nei capi vivi. L’unica arma di prevenzione, viene spiegato dall’Istituto superiore di sanità, è la selezione genetica. Visto che ad essere contagiati possono essere i capi ovini con delle particolarità nel Dna, sono proprio questi che vanno abbattuti perché possono essere portatori sani della malattia o già malati.
Il provvedimento di sequestro non riguarda soltanto il proprietario dell’animale morto e positivo alla malattia, ma anche i capi ovini di altri due proprietari, che “vivono di fatto in promiscuità nello stesso gregge“. I tre allevamenti sono collegati epidemiologicamente e per questo verranno sottoposti alle stesse misure.
Oltre al sequestro dei capi ovini, l’ordinanza – pubblicata all’albo pretorio del Comune – prevede altre misure: l’identificazione di tutti i capi presenti nel gregge e relativo censimento; l’isolamento degli animali sospetti dagli animali sani, fino al completamento di tutte le attività previste dalla normativa vigente in materia di TSE; il divieto di spostamento degli animali presenti nel gregge; la distruzione delle placente e la disinfezione delle aree destinate ai parti con ipoclorito di sodio al 2% o con idrossido di sodio 1M; il latte prodotto nell’allevamento fino al completamento degli esami da parte dell’Istituto Superiore di Sanità ai fini di escludere la BSE, non deve essere destinato al consumo umano; può comunque essere avviato alla trasformazione unicamente nel caseificio aziendale annesso e i prodotti stoccati non possono essere consumati né movimentati fino al completamento degli esami; il latte può essere utilizzato per l’alimentazione dei ruminanti dell’azienda sede di focolaio; tutti gli ovini presenti nell’allevamento siano sottoposti a prelievo di sangue per procedere alla successiva genotipizzazione presso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per l’Umbria e le Marche. Qualora l’Istituto Superiore di Sanità, laboratorio del Dipartimento di Sanità Alimentare e Animale Reparto Encefalopatie Spongiformi trasmissibili e Malattie infettive degli animali dovesse confermare la presenza di Scrapie classica, è disposta l’eliminazione, attraverso l’abbattimento o la macellazione per il consumo umano previo parere del ministero della Sanità, di tutti gli ovini risultanti portatori dell’allele VRQ, degli arieti non aventi l’allele omozigote ARR-ARR e degli ovini non aventi almeno un allele ARR. Gli agnelli nati successivamente dalle pecore gravide al momento dell’indagine ematologica, da destinare alla riproduzione, devono essere anche essi sottoposti a genotipizzazione e se aventi un allele VRQ e nessun allele ARR siano anche essi abbattuti o macellati.