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Ospedali, summit per le prime riconversioni dei reparti Covid

L’abbassamento della curva dei contagi e il minor ricorso alle ospedalizzazioni dei pazienti Covid (i ricoveri attualmente sono 338, di cui 43 in terapia intensiva, la metà rispetto al picco di metà febbraio) spingono a iniziare a valutare le parziali riconversioni dei reparti ospedalieri. Anche perché il dato dell’occupazione delle terapie intensive, ormai sceso intorno alla soglia di guardia del 30 per cento, dovrebbe far evitare penalizzazioni per l’Umbria.

Oggi pomeriggio verifica tra l’assessore alla Sanità Luca Coletto e i direttori delle strutture ospedaliere. C’è fretta di tornare ad erogare a pieno regime le prestazioni agli altri pazienti, dopo che la normale attività ospedaliera è stata nuovamente stravolta dall’emergenza Covid. Con i pazienti affetti da Coronavirus che sono stati dislocati praticamente in tutti gli ospedali umbri, non soltanto in quelli interamente dedicati al Covid, come Spoleto e Pantalla.

Proprio gli ospedali Covid potrebbero essere gli ultimi a tornare ad aprirsi anche agli altri pazienti. Con le priorità del ritorno alle altre cure che al momento dovrebbe essere data ai reparti ampliati nei mesi di gennaio e febbraio, in piena terza ondata. Il problema resta quello di garantire la differenziazione tra percorsi Covid e percorsi “bianchi”.

I pazienti Covid negli ospedali umbri

Attualmente ci sono 87 pazienti Covid all’ospedale di Perugia (di cui 20 in terapia intensiva), 64 a Terni (10 in terapia intensiva), 28 (3) a Foligno, 48 (6) a Spoleto, 42 (5) a Città di Castello (dove sono stati inaugurati i moduli del piano Arcuri) 43 a Pantalla. Gli altri pazienti Covid sono 7 all’ospedale militare da campo di Perugia e 19 a Branca.

Il contenimento delle ospedalizzazioni può consentire di programmare una parziale progressiva riconversione di reparti Covid (ma non di intere strutture, al momento). Un’operazione per la quale si attende anche il nuovo direttore generale della sanità regionale, ruolo reso vacante dalle dimissioni di Dario ed oggi ricoperto temporaneamente dal suo vice, Rossetti. Per la carica più alta della struttura burocratica della sanità umbra si stanno vagliando una ventina di curricula, la metà dei quali di soggetti provenienti da fuori regione.