Avverrà presumibilmente con due successive delibere, come spiegato l’assessore regionale Luca Coletto, la riconversione negli ospedali umbri dei posti letto che erano stati destinati ai pazienti Covid nei mesi della piena emergenza.
Un lavoro nel quale è impegnato il nuovo direttore regionale della Sanità, Massimo Braganti, che prenderà ufficialmente servizio da giovedì, ma che già questa mattina ha effettuato un incontro con i manager delle Aziende ospedaliere.
Quanto ai numeri, alla luce dei contagi in Umbria e del livello di occupazione delle terapie intensive per i malati Covid (ora sceso sotto la soglia di allerta del 30%), l’assessore Coletto ipotizza una riconversione del 50% dei circa 500 posti letto che sono stati complessivamente destinati ai pazienti Covid. Riconversione che però dovrà essere progressiva, ribadisce Coletto.
La priorità è riattivare il più possibile le sale operatorie, le attività per i malati oncologici e per le patologie croniche. E recuperare le liste di attesa. Conciliando negli ospedali le attività ordinarie con quelle, anche in prospettiva, legate al Covid.
Scontata a questo punto la proroga delle delibere in scadenza a fine mese, come quella relativa all’ospedale di Spoleto. In attesa di un piano per il progressivo ritorno alla piena disponibilità degli ospedali.
Nei quali, comunque, come ha ricordato Braganti, si lavorerà per far fronte a possibili emergenze future. Per nuovi picchi del Covid o per altre emergenze sanitarie, come dal virus Sars negli anni passati.
Per non rischiare il blocco dell’attività sanitaria come avvenuto lo scorso anno, in tutta Italia, con l’arrivo del Covid.
Anche di questo si terrà conto nella stesura del nuovo Piano sanitario regionale. Che parte da quanto scritto nel Libro Bianco sulla sanità umbra. “Dovremo far tesoro dell’esperienza del Covid” ricorda la governatrice Tesei.
Con l’Umbria che comunque può contare stabilmente su un numero superiore di terapie intensiva, rispetto a un anno fa. Anche per la disponibilità dell’ospedale da campo (ora utilizzato come pronto soccorso Covid a Perugia) e per i44 posti letto nelle postazioni modulari attivate con il piano Arcuri.
L’obiettivo dichiarato è far tornare ad essere la sanità umbra attrattiva. Per i professionisti. Così da non costringere poi anche i pazienti umbri a doversi recare in altre regioni per prestazioni specialistiche.
Molto dipenderà anche dai progetti umbri che saranno accolti nel Recovery Plan che il Governo invierà a Bruxelles.