Percepiva l’indennità di “esclusività” dalla propria Ausl di appartenenza ma in realtà percepiva anche sostanziosi compensi da una Onlus di Spoleto. A finire nei guai è un noto medico di Spoleto di 63 anni scoperto dai finanzieri della locale compagnia, coordinati dal capitano Lisa Nicolosi.
“In particolare il dirigente sanitario – si legge in una nota del Comando provinciale delle Fiamme gialle – svolgeva la professione specialistica presso una locale struttura sanitaria, con un rapporto di lavoro esclusivo, avendo così diritto ad una maggiore remunerazione complessivamente pari a circa 23.000 euro annui, riconosciuta proprio ai dirigenti medici che optano per un contratto di lavoro esclusivo con la propria Ausl e che così rinunciano all’esercizio della libera professione. Lo scaltro medico, omettendo di comunicare all’Azienda Sanitaria Umbra lo svolgimento della libera professione, ha così indotto in errore l’ente sanitario, incassando sia i compensi percepiti dalla Onlus, della quale, tra l’altro, era socio fondatore e membro del comitato direttivo, sia la cd. “indennità di esclusività” a carico del Servizio Sanitario Nazionale”.
Le prestazioni medico-specialistiche pagate dalla Onlus, che il sanitario rendeva al di fuori dell’orario di lavoro, all’insaputa dell’azienda sanitaria d’appartenenza e senza la preventiva autorizzazione, hanno comportato a carico del dirigente sanitario una denuncia alla Procura della Repubblica di Spoleto per truffa aggravata e appropriazione indebita aggravata, in relazione ai maggiori compensi percepiti (indennità di esclusività) e non dovuti dall’Ausl”.
La vicenda è stata segnalata anche alla Procura regionale della Corte dei conti per l’esatta determinazione e il recupero del relativo danno erariale quantificato in circa 70 mila euro. La notizia sta facendo il giro della città dove il professionista è molto conosciuto.
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