Il nuovo pronto soccorso di Spoleto è già realtà. Il primo stralcio dei lavori nell’area forse più importante del San Matteo degli Infermi è stato infatti completato da un mese. A fare il punto dell’intervento, che era stato presentato nell’autunno scorso, è stato il nuovo direttore generale della Usl Umbria 2 Imolo Fiaschini, affiancato dal direttore sanitario del San Matteo degli Infermi, Luca Sapori. Accanto a lui anche l’assessore comunale Antonio Cappelletti e Sergio Zinni, presidente della Fondazione Carispo. Ente che ancora una volta si è mostrato più che prezioso per il nosocomio cittadino: ha finanziato infatti i nuovi arredi del pronto soccorso.
Il percorso del triage – La parte già realizzata del nuovo pronto soccorso, infatti, vede degli arredi (porte scorrevoli, ma anche dettagli dei letti e degli armadietti) differenziati a seconda delle aree per come sono destinate ad ospitare gli utenti in base al triage, la divisione per gravità con i codici rosso, giallo e verde. Una innovazione funzionale ad un servizio più immediato. Tra le novità c’è il potenziamento dell’osservazione breve, con i 4 letti di postazione breve affiancati ora da 4 poltrone, raddoppiando così il servizio per quei casi che hanno bisogno di essere tenuti sotto controllo per 24-36 ore. E poi c’è una sala d’attesa nuova, per il post triage, destinata a chi deve essere rimandato a casa, evitando che debba aspettare nella stessa stanza di chi è in attesa di una visita. In questo mese da quando i nuovi locali sono accessibili (con un minimo disagio per l’utenza) ci sono già stati i primi riscontri positivi. Anche perché il pronto soccorso è un servizio essenziale, anche alla luce dei numeri forniti da Sapori: 26mila utenti nel 2015, con 113mila prestazioni effettuate, di cui 2.500 solo ricoverati (il 9,8%, uno dei tassi più bassi dell’Umbria).
La bacchettata di Zinni – Il nuovo dg dell’azienda sanitaria locale Fiaschini ha voluto ringraziare la Fondazione Carispo per il supporto continuo. E dal presidente Sergio Zinni è stata confermata la disponibilità a sostenere il San Matteo degli Infermi, ma non sono mancate anche parole amare. “Abbiamo accettato subito – ha evidenziato Zinni – la richiesta fattaci dall’Usl nella consapevolezza dell’importanza del pronto soccorso. Il lavoro fatto va incontro sia a una maggiore ‘ospitalità’ che ad una migliore prestazione sanitaria che deve dare la struttura. Noi siamo disponibili a collaborare, ma non sempre c’è stata la dovuta attenzione da parte della direzione generale e della Regione verso l’ospedale di Spoleto“. Il presidente della Fondazione Carispo ha puntato il dito contro la “sottovalutazione del macchinario donato“, vale a dire quello per la chirurgia robotica, “e dei professionisti di cui disponiamo“. “Noi crediamo nell’integrazione – ha concluso – purché non sia una spoliazione, purché ci sia rispetto reciproco e verso questa città“. A rincarare la dose l’assessore Cappelletti, che ha fatto riferimento ai “tanti problemi per il personale”. “Il nostro interesse – ha detto l’amministratore comunale – è di evitare le contrapposizioni, ma purché si dia seguito al funzionamento dell’ospedale e non solo alla struttura“.
Al lavoro sulle criticità – Disponibilità è emersa dal dg Imolo Fiaschini, che ha ribadito come “per noi l’ospedale di Spoleto è fondamentale, altrimenti non spenderemmo tutto questo“. Ha quindi spiegato come sia stato assegnato l’incarico al dottor Alberto Patriti per la chirurgia robotica, che ora sta interloquendo con i primari degli altri presidi. “Avverrà la centralizzazione – ha spiegato il direttore generale – di alcune attività appropriate a Spoleto“. Fiaschini, che si è detto aperto al dialogo con tutti e che ha già incontrato amministratori ed associazioni, ha annunciato poi come siano state risolte alcune problematiche relative all’area materno-infantile. E’ stato infatti attivato il servizio h24 neonatologico, con un pediatra disponibile di giorno e di notte; cosa che prima veniva garantita solo con strumenti contrattuali provvisori. Il reparto di ostetricia e ginecologia, invece, è stato dotato di attrezzature per adeguare gli standard tecnologici, mentre è stato risolto anche il problema del personale dopo che per 6-7 mesi sono mancate 2 persone. Rimane da risolvere la questione della partoanalgesia. E’ arrivato infatti un nuovo anestesista ma ne manca un altro ed è stato impossibile attingere dalla graduatoria esistente perché tutti indisponibili. “Abbiamo per questo riemesso un ulteriore bando” ha spiegato il dg. “Dopo di che non ci saranno più scuse per non garantire la partoanalgesia“. Situazione simile all’anestesia è quella della cardiologia, con il personale carente e nessuno pronto ad accettare incarichi. Anche qui a breve verrà emesso un avviso pubblico. Mentre sul fronte infermieristico entro un paio di settimane sarà effettuato un quadro completo delle carenze per mettere in condizioni poi l’azienda sanitaria locale di coprire i posti scoperti. Quanto all’integrazione tra i presidi ospedalieri, Fiaschini aspira a quella “massima possibile nel rispetto dei professionisti, dei cittadini e del territorio, non ci saranno annessioni“. Anche se bisognerà aspettare, prima di mettersi a tavolino per definire concretamente i dettagli, l’esito dell’interlocuzione tra Ministero e Regione sui criteri generali.