L’Adoc umbra interviene duramente sulla vicenda dell’apparecchio per la risonanza magnetica donato dalla Fondazione Carispo all’ospedale di Spoleto e mai utilizzato. “Si tratta – commenta il presidente Angelo Garofalo – di una classica situazione di cattiva gestione di strumenti e risorse. Basti pensare che il macchinario in questione ha un valore di un milione di euro. Ci chiediamo: viste le spiegazioni fornite dalla direzione ospedaliera sul mancato utilizzo, che si è arroccata dietro a problemi logistici per il posizionamento dell’apparecchio, non sarebbe stato più opportuno e lungimirante intervenire sugli ambienti che l’avrebbero dovuto ospitare prima di riceverlo in dono? Tanto più che la magagna è venuta fuori solo dopo che la rottura del ‘vecchio’ apparecchio, rimasto sempre in funzione, fatto che ha causato non pochi disagi all’utenza, dilungando ulteriormente le liste d’attesa. Solo ora si è deciso di ‘ricorrere’ al nuovo macchinario che, abbiamo il legittimo dubbio (come spesso accade nel nostro Paese) , avrebbe finito col marcire nei sotterranei dell’ospedale. La direzione del nosocomio di Spoleto deve intervenire al più presto, mettendo in funzione il nuovo strumento e fornendo così il miglior servizio possibile ai cittadini”.