Ospedale di Gubbio e Gualdo: "no all'introduzione della week surgery" - Tuttoggi.info

Ospedale di Gubbio e Gualdo: “no all'introduzione della week surgery”

Redazione

Ospedale di Gubbio e Gualdo: “no all'introduzione della week surgery”

Sab, 06/10/2012 - 01:39

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“Esprimo la mia più totale contrarietà a qualsiasi ipotesi di introduzione seppur parziale della week surgery (degenze non superiori a 5 giorni, dal lunedì al venerdì) nell'Ospedale di Branca, che va invece potenziato, reso autonomo e qualitativamente attraente, in considerazione del fatto che l’altro ospedale territoriale, dell’attuale dipartimento, dista più di 70 chilometri”.
La presa di posizione è del consigliere del Pd Andrea Smacchi che aggiunge, “voglio sperare che già dai prossimi giorni, dalle risposte che aspetto alla mia interrogazione rispetto ai presidi dell’emergenza-urgenza, possano venire elementi di chiarezza definitiva su un tema molto sentito da tutti i cittadini del territorio”.
A supporto della sua richiesta, Smacchi ricorda che: “Quando poco più di quattro anni fa venne inaugurato l’ospedale di Gubbio e Gualdo Tadino, in molti pensavano che sarebbe stato l’inizio di un percorso che in breve tempo avrebbe portato quel nosocomio ad essere uno dei più strategici nel panorama della sanità umbra e non solo. Passi in avanti, ne sono stati fatti; ma credo che vada colta l’occasione di far fare un salto di qualità ad un nosocomio sito in un territorio disagiato ed a pochi metri dall’asse viario più strategico per l’intero centro Italia, la Perugia – Ancona. In questo contesto – prosegue Smacchi – “dove a breve verranno compiute scelte che ridisegneranno la sanità per i prossimi decenni, occorre agire nella prospettiva di medio lungo periodo e non prestare il fianco ad operazioni di piccolo cabotaggio, che peraltro il territorio dell’alto Chiascio ben conosce, avendo chiuso i due ospedali cittadini di Gubbio e Gualdo Tadino”.
Punti fermi ed imprescindibili per avviare un potenziamento ed uno sviluppo serio del nosocomio di Branca, precisa il consigliere del Pd, “sono il mantenimento a livelli qualitativi e quantitativi di eccellenza della rianimazione e, di conseguenza, il rafforzamento del dipartimento di chirurgia che dovrà continuare ad operare 7 giorni su sette nelle 24 ore.
Il solo pensare di introdurre posti letto in week surgery – conclude Smacchi – non solo significherebbe depotenziare l’intero ospedale, ma aprirebbe la strada ad un progressivo venir meno dei requisiti minimi per un presidio dell’emergenza urgenza”.

Sulla vicenda si è espresso anche Orfeo Goracci, comunista umbro. “In merito all'immobile dell'ex ospedale di Gubbio, già negli scorsi mesi di dicembre 2011 e febbraio 2012 presentai due interrogazioni nella quali, in ordine, chiedevo alla Regione se ne condivideva la vendita a privati, nonostante il recupero della struttura fosse già stato finanziato con il Puc 2; e se l'Esecutivo fosse stato a conoscenza dei sostanziali cambiamenti intervenuti nelle strategie a suo tempo definite nell'ambito del Puc2 e soprattutto se li condivideva. Ad oggi, dopo aver spiegato molto bene la situazione e i rischi per quel progetto, nulla mi è stato risposto”. Parte da qui la decisione del consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro) di presentare una nuova interrogazione all'Esecutivo di Palazzo Donini attraverso la quale, chiede sostanzialmente, di sapere “che fine ha fatto il progetto; perché non parte; se malauguratamente (e per scelleratezza) quel tipo di progetto non fosse più praticabile, in quale altra forma la Regione intende intervenire su di un'area che è strategica per Gubbio”.
Nel suo atto ispettivo, Goracci sottolinea come “voci insistenti affermano che la città di Gubbio avrebbe perso i circa 6 milioni e mezzo di euro di finanziamento pubblico per interventi di riqualificazione del vecchio ospedale dismesso di Piazza 40 Martiri e per la sistemazione di tutta l'area circostante. Quel programma di recupero – ricorda – fu utilmente inserito in una graduatoria dove parteciparono, con progetti importanti, molti comuni dell'Umbria. Il finanziamento previsto era certamente cospicuo per una realtà come quella eugubina e uno dei più rilevanti in Umbria. Dopo diversi contatti tra Regione, Comune e Asl – conclude Goracci -, il Comune di Gubbio firmò un accordo di programma in data 5 maggio 2011 con la Regione e decise di accendere un mutuo per acquistare dalla stessa Regione Umbria l'immobile in oggetto”.

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