Rischia di scoppiare la situazione dell’ospedale covid di Spoleto dopo la notizia, confermata a Tuttoggi, che nelle prossime ore verrà aperto un altro padiglione da destinare ai pazienti ammalati di coronavirus, in pratica l’ex reparto di ginecologia e ostetricia.
Una decina almeno i messaggi di medici e infermieri che hanno voluto far sentire la propria voce tramite queste colonne: “domani aprono ad altri 15 posti letto e siamo appena 6 in turno”, “ma è possibile che non si possa fermare questa decisione e procrastinare in attesa di nuovi medici che non siano neolaureati?”, “io non me la sento di abbandonare…questione di etica, ma non possiamo resistere ancora a lungo”, sono solo alcuni dei post e sms ricevuti questa mattina.
Ospedale covid, la situazione nei Reparti
Il reparto di terapia intensiva continua ad essere attrezzato per 15 pazienti, 5 nell’ex struttura Utic, 10 in quella davanti al reparto di chirurgia. Con gli anestesisti rianimatori che sono in diminuzione, da 13 a 11 (1 risultato positivo al covid, 1 trasferito all’ospedale di Narni).
Ci sono poi i pazienti delle due Rsa per 40 posti letto, che non compaiono nela dashboard, in carico a medici e infermieri del San Matteo.
Infine quelli che finora erano i 2 reparti di medicina covid che fino alla scorsa settimana hanno registrato 45 malati, alcuni dei quali fortunatamente dimessi.
Perché dunque aprire all’improvviso un terzo reparto quando per altre 15 postazioni quando ci sarebbero posti liberi?
Se l’ufficio del Commissario sembra non essere stato informato di tale eventualità, la Direzione generale della Asl di Terni conferma l’apertura del terzo reparto anche se rinviata di qualche giorno “due, tre giorni” dice una autorevole fonte a Tuttoggi “in attesa di rinforzare il personale con qualche figura specialistica. Sono in corso di definizione atti amministrativi interaziendali ed è necessario un po’ di tempo”. Quanto però non è dato sapere.
Nonostante il San Matteo degli Infermi sia alla quinta settimana di attività covid.
Ospedale covid, la drammatica situazione del personale
Per il momento sembra quindi non rispondere a realtà l’ipotesi delle assunzioni specialistiche che proprio a Tuttoggi aveva annunciato il Commissario De Fino. Una selezione per pneumologi per la verità è stata fatta, ma al momento della firma del contratto gli specialisti hanno disertato, avendo optato per un impiego in altre strutture.
All’appello però mancano anche internisti, infettivologi e il cardiologo h24, tutte figure capaci di dare un grande valore nella lotta a salvare vite umane.
La direzione generale sottolinea una qualche contraddizione nella gestione dei medici neolaureati. La Usl2 a Spoleto ne ha mandati 25 ma il primario di medicina, la dottoressa Spinelli, non ne avrebbe accettati 10 (2 sono stati trasferiti alle Usca, 8 quelli che hanno visto rescisso il contratto di co.co.co.).
Se da un lato appare una decisione azzardata, dall’altro c’è da riconoscere che senza tirocinio, specializzazione e un briciolo di formazione ben poco potrebbero fare all’organizzazione sanitaria. D’altra parte quanti si farebbero curare da un giovane che ha appena finito di rilegare la propria tesi di laurea?
Ospedale, intervenga l’Esercito
E ancora, perché se bandi pubblici e selezioni di ricerca di personale stanno dando esito negativo non si ricorre, ad esempio, al Ministero della Difesa per l’invio di personale militare sanitario qualificato?
“Su questo aspetto la competenza è della Regione” dicono dagli uffici di Terni “sicuramente è possibile fare un accordo con la Difesa come è avvenuto per l’ospedale da campo di Perugia, ma non spetta a noi”.
Ipotesi che il consiglio comunale, nella mozione votata all’unanimità che impegna il sindaco De Augustinis ad attivarsi in ogni modo anche per questa fase di pandemia, ha peraltro previsto: “la Regione intervenga presso enti statali, corpi militari e organizzazioni che gestiscono ospedali e personale nei vari contesti nazionali ed internazionali che possano mandarci da subito personale medico e infermieristico per aiutare le situazioni peggiori e più colpite dal Covid in base al tasso di ricoveri” hanno chiesto i 25 consiglieri comunali.
Non resta che Bertolaso?
Così, in una situazione sempre più drammatica, in cui neanche la comunicazione tra vertici sanitari sembra funzionare al meglio, non resta che guardare all’impegno preso formalmente dal consulente della presidente Tesei, Guido Bertolaso, il quale, intervenendo lunedì al consiglio comunale della città del festival ha garantito un intervento “entro 72 ore” per fronteggiare la carenza di personale specialistico.
Intanto a Spoleto si continua a lottare, con le forze sempre più allo stremo.
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