L’ospedale di Perugia ha 10 nuove terapie intensive. In una struttura – il Modular Hospital allestito sotto l’ingresso principale – che pur essendo collegata al resto del nosocomio consente di garantire un adeguamento isolamento. Fondamentale per affrontare il Covid.
Perché questi 10 letti di terapia intensiva, insieme agli altri 34 assicurati in Umbria (gli altri sono negli ospedali di Foligno, Terni e Città di Castello) sono stati finanziati attraverso il Piano Arcuri, con 8,1 milioni di euro, per fronteggiare il Covid quando l’Italia, e con essa l’Umbria, si sono ritrovate senza un adeguato numero di terapie intensive.
La struttura di Perugia è pronta a fine maggio, quando l’Umbria conta 8 pazienti Covid in terapia intensiva ed i contagiati sono tornati ai numeri di inizio ottobre, prima della seconda ondata, poi seguita da una terza. Pronta un anno dopo la sua ideazione, cinque mesi dopo l’affidamento dei lavori da parte dell’allora commissario Arcuri e tre mesi dopo la data prevista per la consegna.
Ma oggi, a Perugia, così come ieri per Foligno e per le strutture che via via vengono inaugurate in tutta Italia, è il giorno degli applausi e dei sorrisi. Perché nel malaugurato caso occorra fronteggiare una nuova emergenza in autunno, all’ospedale di Perugia ci saranno 10 posti letto di terapia intensiva in più ed una moderna struttura per ospitare i pazienti in condizioni di maggior sicurezza.
Serviranno per curare altre patologie, è quanto confidiamo tutti. Utilizzandoli, speriamo, il meno possibile. La strutture modulare, poi, una volta terminata definitivamente l’emergenza dovrebbe ospitare la mensa dell’ospedale.
Per ora quei posti potranno contribuire alla riaperture dei reparti chiusi per far posto ai pazienti Covid. E comunque l’Umbria rispetto ad altre Regioni sotto organico per terapie intensive (problema ora risolto) e personale (problema ancora aperto).
Questi sono i tempi dell’Italia, a proposito del dibattito sulle semplificazioni. Considerando che gli ospedali modulari di Arcuri sono stati approntati in una condizione di emergenza, quindi in parziale deroga delle normative sulle forniture alle strutture pubbliche.
Ad inaugurare la nuova struttura il successore di Arcuri, il generale Figliuolo. Che poi è andato a far visita ai militari del vicino ospedale da campo. Quello allestito in tre giorni.