Nelle prime ore di oggi, 22 marzo, ad Orvieto, Viterbo e Perugia, 40 militari della Compagnia Carabinieri di Orvieto, coadiuvati da quelli delle Compagnie di Montefiascone (VT) e Perugia e con il supporto di unità antidroga del Nucleo Carabinieri Cinofili di Roma, hanno portato a termine la fase conclusiva di una vasta e complessa attività investigativa contro lo spaccio di sostanze stupefacenti fra i giovanissimi nell’orvietano.
Gli arresti – L’indagine, che vede 7 giovani indagati a cui si aggiungono 4 minori, ha portato all’esecuzione di 6 provvedimenti restrittivi della libertà personale, 6 perquisizioni domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti di età compresa tra i 18 ed i 23 anni, ritenuti a vario titolo responsabili del reato di cessioni illecite continuate ed aggravate di sostanze stupefacenti come hashish e marijuana ma anche eroina e cocaina. Nello specifico, sono stati arrestati (per loro sono scattati i domiciliari) questa mattina 5 dei ragazzi coinvolti: S.G.L. classe ’97 di Orvieto (TR), B.G. classe ’95 di Montefiascone (VT), B.A. classe ’93 moldavo di Orvieto (TR), D.S.K. classe ’98 di Orvieto (TR), C.E. classe ’96 di Orvieto (TR), mentre un sesto soggetto è stato raggiunto dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora, O.M. classe ’80 nigeriano di Perugia.
Durante l’indagine i militari avevano già proceduto alla denuncia a piede libero di 5 soggetti sequestrando, 200 grammi di hashish e marjuana, 20 grammi di eroina, 10 grammi di cocaina, numerose bilance elettroniche di precisione, materiale per il taglio e confezionamento delle dosi e identificando oltre 50 assuntori, alcuni dei quali minorenni.
L’indagine, convenzionalmente denominata “ALBORNOZ” ha preso spunto da uno dei luoghi di spaccio della combriccola, è stata sviluppata nel periodo settembre 2016 – febbraio 2017 dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Orvieto coordinati del Procuratore Capo della Repubblica di Terni, Dott. Alberto Liguori, e dal Sostituto Procuratore Dott. Raffaele Pesiri.
L’attività investigativa, molto importante per il comprensorio orvietano, ha preso il via da una approfondita analisi preliminare che i militari hanno fatto delle principali zone di spaccio del comprensorio arrivando a certificare un diffuso consumo di stupefacenti preoccupante sopratutto per la giovanissima età dei soggetti coinvolti, alcuni dei quali minori, ed anche la varietà delle sostanze assunte.
Consumatori-Spacciatori – E’ emerso inoltre che molti dei soggetti coinvolti da semplici assuntori anche di gruppo, un poco alla volta, con il passar del tempo, si sono trasformati in spacciatori o in procacciatori di clienti, creando una fitta rete di acquirenti tra i loro coetanei, i cui profitti venivano puntualmente reinvestiti nell’acquisto di droga da poter consumare e spacciare, permettendo così di movimentare anche cospicui quantitativi di droga.
Altro elemento importante emerso è quello dei luoghi di cessione delle diverse sostanze: ossia i luoghi di abituale aggregazione dei ragazzi specialmente all’uscita delle scuole ed in vari locali della cittadina. In particolare, per quanto riguarda il centro storico di Orvieto, uno dei luoghi cardine dell’attività di smercio erano proprio i giardini comunali della Fortezza Albornoz, situati nelle immediate vicinanze delle scuole superiori.
Nel corso dell’attività di intercettazione telefonica è emerso, a conferma della scaltrezza degli spacciatori nonostante la giovane età, l’utilizzo di un linguaggio convenzionale composto da frasi quali: “me serve un aiuto”, “mi serve un favore”, “ce potemo beccà al volo?”.
I numeri dell’indagine – L’attività investigativa ha permesso l’accertamento complessivo di oltre 600 episodi di spaccio avvenuti su Orvieto e dintorni. Sono stati 120 i servizi di pedinamento, 300 ore di osservazione con una media di 2 pattuglie ogni giorno. L’indagine ha visto impegnati i militari della Compagnia Carabinieri di Orvieto, per mesi e mesi di servizi di osservazione e pedinamento alla “vecchia maniera”. Il gruppo di spaccio era ben organizzato e inizialmente i ragazzi erano riusciti ad eludere i controlli e le investigazioni tanto da far maturare nei giovani pusher la convinzione di essere superiori alla legge e convincere la comunità giovanile di “riferimento” della loro intoccabilità.
L’importanza e la rilevanza dell’Operazione Albornoz è da ricercare nei numerosissimi episodi di spaccio a ragazzi giovanissimi, addirittura in qualche caso 13enni studenti quindi delle Medie o delle Superiori, di sostanze stupefacenti particolarmente pericolose quali l’eroina e la cocaina.