A Orvieto un sopralluogo per Strada dell’Arcone: prima della messa in sicurezza la rimozione dei corpi pericolanti sulla struttura dell’arco; quest’ultimo, poi, sarà bonificato dagli arbusti per accertare la presenza di eventuali danneggiamenti. Dopo di ciò un’opera provvisoria.
Per l’ispezione, questa mattina, il Vicesindaco del Comune di Orvieto, Mario Angelo Mazzi, accompagnato dal Dirigente del Settore Tecnico, Marco Roberto Rulli, e dal Geometra Luca Gnagnarini dell’Ufficio Tecnico. Sul posto anche i tecnici della Provincia di Terni, ente proprietario e gestore dell’arteria stradale, insieme ai rappresentanti dell’impresa incaricata di effettuare i lavori di messa in sicurezza. Strada dell’Arcone, infatti, è chiusa al traffico da lunedì scorso, in seguito a un incidente che ha causato danni all’antico ponte dell’acquedotto.
In base a quanto emerso dal confronto, la Provincia di Terni provvederà alla rimozione dei corpi pericolanti presenti sulla struttura e alla ripulitura dell’arco dalla vegetazione. Successivamente, secondo il cronoprogramma indicato dall’Amministrazione Provinciale, la realizzazione di un’opera provvisoria necessaria alla messa in sicurezza.
La durata dell’intervento è stata stimata in quindici giorni; l’Amministrazione Comunale, tuttavia, ha invitato la Provincia a valutare anche soluzioni alternative che possano accorciare i tempi, al fine consentire una rapida riapertura di Strada dell’Arcone. La chiusura, difatti, sta causando disagi alle attività commerciali della zona e al traffico: i flussi veicolari, e in particolare quelli dei mezzi pesanti, si sono spostati nei centri abitati di Orvieto Scalo e Sferracavallo.
Quanto accaduto, seguendo una nota del Vicesindaco Mazzi, avrebbe ulteriormente evidenziato alcune delle criticità del sistema viario cittadino. Già in passato si era ipotizzato un adeguamento del percorso che attraversa Strada dell’Arcone. Un progetto troppo ambizioso, forse, in quanto si tratta di un’area estremamente sensibile dal punto di vista archeologico-ambientale. L’unica soluzione, dunque, un percorso alternativo nella zona del Paglia, individuato da tempo nel progetto della Complanare. Il tutto per garantire un adeguato collegamento tra le aree di Terni, Perugia e il Viterbese.
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