I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Perugia, nei giorni scorsi, hanno restituito quattro importanti pergamene manoscritte alla sede della Sezione orvietana dell’Archivio di Stato di Terni.
Le pergamene, intercettate poiché in vendita nel web, erano state sottratte illecitamente dal fondo storico in epoca imprecisata.
Si tratta, nello specifico, di singole missive. La prima, risalente al 20 luglio 1639, fu scritta dal Protonotario apostolico Ottaviano Raggio al Cardinale Angelo. La seconda, datata 28 luglio 1640, fu prodotta dalla Sacra Congregazione della Fabbrica di San Pietro. La terza, invece, del 2 agosto 1645, reca la firma del Protonotario apostolico Cristoforo Vidman. Poi l’ultima, del 24 luglio 1648, del Giudice auditore della Camera Apostolica Cristoforo Prospero Caffarelli.
Gli antichi documenti, visionati dai funzionari della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria, sono stati dichiarati di notevole valenza storico-documentale per il loro particolare contenuto. Si configurano, infatti, come scritti emanati dalle magistrature giudiziarie dello Stato Pontificio, con il fine di regolare i rapporti di proprietà del territorio orvietano. Le carte, in particolare, rendevano note le decisioni giuridiche degli organi centrali sulle istanze presentate dai possidenti. Fra quest’ultimi, in tutte le pergamene, la nobile famiglia dei Marabottini.
L’attività d’indagine, coordinata dalla procura della Repubblica di Firenze, ha preso avvio nel 2020 attraverso il monitoraggio del mercato antiquario e delle vendite online. Gli investigatori dell’arte hanno individuato un utente, titolare di una regolare attività commerciale del settore antiquario in provincia di Firenze, che proponeva la vendita di antichi documenti.
Dalle immagini fotografiche presenti nell’annuncio sono state estrapolate quelle relative alle quattro pergamene manoscritte. Sottoposte alla valutazione dei funzionari archivistici della locale Soprintendenza, una volta ottenuta la conferma della loro natura pubblica, è stato inviato all’Autorità Giudiziaria un rapporto che ha dato origine alla perquisizione dell’abitazione e dell’attività commerciale del venditore, indagato per il reato di ricettazione, e al sequestro.