Orvieto, alunna del Liceo Artistico vince concorso fotografico città di Nerezine - Tuttoggi.info

Orvieto, alunna del Liceo Artistico vince concorso fotografico città di Nerezine

Luca Biribanti

Orvieto, alunna del Liceo Artistico vince concorso fotografico città di Nerezine

I 'presepi alternativi' degli studenti con la Disney, Alice e gli anni'50
Mar, 22/12/2015 - 19:04

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Desirèe Virgili, studentessa del Liceo Artistico di Orvieto ha vinto il primo premio del concorso fotografico della piccola città dalmata di Nerezine, meta che ha concluso uno straordinario itinerario culturale di 9 ragazze di Orvieto, lungo i sentieri della Dalmazia e dell’Istria. Fiume, Cherso, Lussino, con la guida della professoressa Marella Pappalardo, delegata dall’Angvd per celebrare la Giornata Del Ricordo nella scuola di Orvieto, i ragazzi hanno ripercorso un momento storico di grande drammaticità, i cui luoghi sono spesso sconosciuti e le voci dimenticate.

L’esperienza del viaggio di istruzione è stato un momento per confrontarsi con temi storico-culturali ancora distanti per studenti di un biennio, ma fondamentale per lo sviluppo di un senso critico autonomo e sperimentato sul campo, con la conoscenza diretta dei luoghi e delle voci che ‘hanno assistito’ alla storia. La coppa del premio è stata consegnata nella giornata di oggi, durante l’assemblea d’istituto natalizia, e consegnata alla giovane Desirèe dalla professoressa Pappalardo, referente del progetto.

L’assemblea è stata l’occasione per scambiarsi gli auguri di Natale e per festeggiare con l’iniziativa dei ‘presepi alternativi’, un tocco artistico che ha permesso ai ragazzi di esprimere la loro creatività e mettersi alla prova con le discipline di indirizzo per realizzare maschere, trucchi, materiali per allestire una variante sul tema classico del presepe. La Disney, Alice in Wonderland e gli anni ’50 sono stati i temi scelti dagli studenti che hanno allestito una natività ‘speciale’, alternativa rispetto a quella tradizionale.

Per rivivere l’esperienza attraverso le sensazioni di Saida Jelassi, la studentessa di 16 anni del gruppo di Orvieto, autrice di un articolo pubblicato sul giornale “La Nuova Voce Giuliana”. Leggiamo le sue parole:

“Esuli. Vi hanno mai spiegato cosa sono? Vi hanno mai raccontato la loro storia? Beh, a noi no, per questo siamo rimaste molto sorprese quando ci hanno detto che avevamo vinto un viaggio premio per la Croazia, per conoscere la storia degli esuli.

Ci siamo informate, ma non abbiamo capito a fondo la gravità e l’importanza che si trova dietro una semplice parola come “esule”. Grazie a questo viaggio abbiamo capito che ci sono cose che, probabilmente, molte persone non sanno, abbiamo aperto gli occhi. Abbiamo riflettuto su molte cose di cui non sapevamo neanche l’esistenza; ricordo ancora il giorno in cui ci hanno informate di questo viaggio, eravamo in aula ed è arrivata la circolare. Il professore comunica che nove studenti erano stati scelti per partecipare a un viaggio premio in Croazia. Tutti speravamo di essere scelti, ma quando è stato fatto il mio nome e quello delle altre siamo rimaste a bocca aperta. Sapevamo di essere brave, ma non così tanto. Tutti speravamo di

Da quel momento sono iniziati i preparativi per il viaggio, e in un batter d’occhio è arrivato il giorno della partenza.

Il giorno in cui siamo partite eravamo, ovviamente, molto eccitate. Durante il viaggio la nostra professoressa, Marella Pappalardo, ci ha raccontato di questa tragica storia, di quello che le persone hanno dovuto soffrire, non potevamo

crederci che fosse successa una cosa del genere e che, a scuola, non se ne parlasse per niente.

La sera in cui siamo arrivate a Trieste abbiamo voluto subito fare un giro per la città, che è molto bella e molto diversa

dalle città che si trovano più a sud. I palazzi sono molto alti e quasi sempre di un unico colore, ma sono molto decorati,

il che dà alla città un’aria molto affascinante.

Trieste ha una storia bellissima, tutti i vicoli più antichi e nascosti si mescolano con la modernità dei nuovi negozi e

della nuove abitazioni. Questo è molto diverso dal paesaggio che abbiamo trovato all’estero, dove persiste ancora quell’aria molto affascinante dei piccoli paesini dove tutto sa di antico e dove tutto è molto bello.

Il punto di incontro era la stazione ferroviaria, dove abbiamo incontrato il resto del gruppo, che era composto da figli o nipoti di esuli, conosciuti meglio durante il viaggio; ci hanno dato molte nozioni interessanti e poco conosciute, che solo l’esperienza ti insegna. Abbiamo anche incontrato le nostre accompagnatrici, Carmen e Licia, che sono delle donne con molta forza e con gran carattere. Sono sempre state molto competenti in tutto quello che hanno fatto, sempre attente al fatto che noi capissimo tutto quello che ci dicevano, attente ai nostri bisogni, visto che non sapevamo nulla di tutto quello di cui parlavano.

Siamo saliti sul pullman, che ci ha portato da Trieste a Fiume, dall’Italia all’estero. Durante questo viaggio, ci hanno dato tante nozioni e anche un’idea generale su quello che avremmo visitato, sui posti e anche sulla gente che avremmo incontrato.

Siamo quindi arrivate a Fiume con un’idea generale su quello che avremmo fatto e visto. A Fiume abbiamo avuto l’occasione di incontrare il Console italiano, ed è stato un incontro molto interessante, visto che sono intervenuti personaggi di alto spicco nella vita moderna dei paesi che abbiamo visitato. Ci hanno spiegato l’importanza di questo

viaggio e dell’opportunità che abbiamo avuto. Siamo ripartiti per prendere il traghetto che ci ha portato all’isola di Cherso, viaggio breve ma molto bello, almeno per noi “piccole”.

Siamo poi arrivati all’hotel, dove abbiamo soggiornato per tutta la durata del viaggio; il personale era competente e qualificato, sempre molto gentile e disponibile.

Da questo giorno è stato un continuo susseguirsi di visite a piccoli e pittoreschi paesi, che sono molto diversi da quelli che vediamo nelle nostre zone. Abbiamo conosciuto delle tradizioni che al primo impatto possono sembrare molto strane, ma che poi, viste da vicino, sono molto affascinanti, perché rappresentano l’intera storia di quel popolo.

Perché, si sa, conoscere nuovi popoli, nuove lingue e nuove tradizione è sempre molto bello. Poi le nostre accompagnatrici, che conoscono benissimo questi luoghi, ci hanno aiutato a capire; non è semplice, infatti, immergersi subito in una nuova cultura.

Una cosa che ci ha colpito molto è stato il rapporto che c’è fra uomo e natura, che ci riporta indietro di secoli; abbiamo sentito molto questo rapporto e abbiamo anche visto che le molteplici costruzioni non si contrappongono alla natura ma si integrano ad essa. Molto belli sono i paesi di Ossero e Lubenizze, perfetto esempio del fatto che l’uomo può vivere in natura senza contaminarla. Qui si coglie la contrapposizione fra mare e cielo, fra roccia e sabbia, fra erba e mare, il tutto in una atmosfera molto affascinante. Nemmeno in televisione si vedono paesaggi cosi belli e veri. Il paese di Cherso è stato uno dei nostri preferiti, anche se – in verità – non ne possiamo scegliere uno visto che erano tutti splendidi.

Cherso è il perfetto esempio di come la mano dell’uomo possa coesistere con la natura nel suo stato più primitivo. Il rapporto che c’è fra uomo e paese è molto forte, e lo si può notare da come gli abitanti trattino bene questa città, da come la tengano pulita. Un ragazzo del nostro gruppo ci ha detto che d’estate tutti i figli e i nipoti degli esuli, ma anche in generale tanti turisti italiani, si ritrovano nella piazza principale per stare tutti insieme. Trovo personalmente che questa sia una cosa molto bella, in questo modo ci sarà sempre un po’ di Italia a Cherso.

Una cosa che abbiamo notato anche sono stati i muri a secco, delle costruzioni ingegnose che, sebbene antiche, possono funzionano anche nel presente, nonostante tutta la nostra tecnologia. Questi muri danno un tocco di fascino e forse anche d’aria antica a tutti questi paesini, e penso che sia bello vedere come magari il “vecchio” si integri al nuovo.

Molto interessanti sono state le Comunità degli Italiani che abbiamo visitato a Cherso e a Lussinpiccolo. In queste Comunità abbiamo ritrovato il calore tipico che si trova in Italia, abbiamo visto le sale dove tengono corsi di italiano e l’asilo per i bambini piccoli. Tutte queste piccole cose, che alla fine piccole non sono, mantengono sempre l’essenza dell’Italia viva in queste terre. Finché ci sarà anche solo una persona che si interesserà a questa terra, che è cosi vicina, ma allo stesso tempo cosi lontana alla nostra penisola, l’Italia non cesserà mai di vivere in questi luoghi.

Penso di parlare a nome di tutte quando dico che questo viaggio è stato molto istruttivo e bellissimo, abbiamo imparato così tante cose che abbiamo ampliato il nostro bagaglio culturale di molto, cose che non avremmo mai saputo se non facendo questo viaggio.

E per questo vorrei ringraziare a nome di tutte noi l’Associazione delle Comunità Istriane di Trieste e tutte le persone che hanno reso possibile questo viaggio, perché questa storia va fatta conoscere, non va dimenticata e anche noi faremo del nostro meglio per diffonderla in modo che molta più gente sappia quello che è accaduto in Istria e in Dalmazia e che si interessi di più a queste comunità, in modo da far arrivare anche degli aiuti concreti alle persone. Spero che anche altri studenti abbiamo la possibilità di vivere quello che abbiamo vissuto noi, perché è stato tutto fantastico”.

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