È il legale difensore della donna, l’avvocato Alessio Pressi (che nella giornata di oggi ha avuto modo di parlare brevemente con la sua assistita, ndr), a riportare le parole disperate della mamma che ha anche chiesto notizie della piccola di 2 anni affidata ai famigliari.
“Volevo abbandonarlo, ma non volevo che morisse” – ha riferito ancora la donna, senza specificare le motivazioni che l’hanno indotta a compiere il drammatico gesto.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, spiccata ieri dal Gup Natalia Giubilei, non lascerebbe spazio a equivoci. La donna sarebbe stata “lucida, fredda e pervicace” e la detenzione in carcere è stata stabilita per il rischio di reiterazione del reato, a tutela della primogenita di 2 anni.
La difesa ha formalizzato una richiesta di perizia psichiatrica per ottenere una pena meno afflittiva della detenzione in carcere, in favore del collocamento in una struttura protetta.
Per quanto riguarda il capo di d’accusa contestato dalla Procura, la difesa punterà sul riconoscimento del reato previsto dall’articolo 578 del Codice Penale “Infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale”, invece dell’omcidio volontario aggravato contestato dalla Procura che non avrebbe ravvisato la sussistenza degli elementi caratterizzanti l’art. 578.
Nei prossimi giorni, entro il giorno di sabato prossimo, l’accusata verrà interrogata dal giudice.