A decidere se Francesco Rosi verrà giudicato con rito abbreviato condizionato o rito abbreviato secco sarà il giudice Alberto Avenoso nell’udienza in programma il 26 gennaio prossimo. Ieri mattina infatti l’avvocato Laura Modena, che difende l’uxoricida che il 25 novembre del 2015 uccise la moglie Raffaella Presta a colpi di fucile nella loro casa di Perugia, ha chiesto in prima istanza l’abbreviato condizionato e, in caso di no del giudice, l’abbreviato allo stato degli atti.
Le richieste della difesa L’avvocato Laura Modena ha chiesto un supplemento di perizia psichiatrica da eseguire sul suo assistito che, secondo lei, è affetto da problemi di questa natura, l’acquisizione di un certificato medico che attesterebbe la presenza di una lesione al volto per Francesco Rosi e, infine, un accertamento riguardante un ip da cui sarebbe partita una lettera d’amore indirizzata alla vittima. Secondo quanto sostenuto dall’avvocato in aula ieri mattina, la volta in cui Francesco Rosi colpì Raffaella tanto forte da romperle un timpano, anche lei lo avrebbe a sua volta colpito e il certificato medico lo dimostrerebbe. Quanto invece alla email, l’intenzione del legale è quella di dimostrare che Raffaella aveva preso delle decisioni riguardo la sua vita lavorativa non perché il marito la opprimeva, ma per altro.
Pm e parti civili Gli avvocati di parte civile che rappresentano la famiglia Presta, tra cui il penalista Marco Brusco, si sono opposti strenuamente a queste richieste avanzate dalla difesa ritenendoli accertamenti superflui e certamente non rilevanti ai fini della responsabilità penale dell’imputato. Stessa presa di posizione è arrivata dal pubblico ministero Valentina Manuali. Nessuna delle tre richieste dell’avvocato, secondo lei, serve ai fini processuali. Ma la decisione del giudice arriverà nella prossima udienza. “Finalmente – ha detto l’avvocato Marco Brusco – arriva l’ora della verità, anche se avremo preferito un giudizio davanti alla Corte d’assise”.