No, no e no. Il gup Alberto Avenoso non ha ammesso nessuna delle tre richieste presentate dall’avvocato Laura Modena che difende Francesco Rosi, il 45enne perugino che nel novembre del 2015 ha ucciso a colpi di fucile la moglie Raffaella Presta. La difesa Rosi aveva infatti chiesto in prima istanza il rito abbreviato condizionato a tre richieste e, solo come ripiego, l’abbreviato ‘secco’, che si celebrerà a partire dal 17 marzo prossimo.
Le richieste della difesa In particolare, Laura Modena, l’avvocato dell’uxoricida reoconfesso, aveva chiesto al giudice che venisse disposta un’integrazione di perizia psichiatrica perché, secondo il legale, Rosi avrebbe avuto dei vizi di mente, da considerare ai fini della sua imputabilità. La seconda richiesta era relativa ad un accertamento medico: l’obiettivo della difesa era far accertare ad un otorino che anche lui aveva subito una lesione al timpano. Secondo il suo legale la lesione sarebbe stata causata da Raffaella durante una lite in cui lui la picchiò. La terza richiesta infine verteva su un accertamento relativo ad un indirizzo email.
In aula Ma il giudice ha detto no. Con grande soddisfazione degli avvocati di parte civile e delle tante donne delle associazioni contro la violenza di genere, presenti in tribunale. A questo punto, si tornerà in aula il 17 marzo prossimo, quando inizierà la discussione. Il processo si gioca tutto sulle aggravanti e sulle attenuanti: che sia stato lui infatti è pacifico.