Sara Minciaroni
“È troppo doloroso. Quando il pubblico ministero ha ripercorso alcuni momenti di quella notte per me è stato come rivivere tutto da capo”. Sono queste le prime parole di Julia Tosti, pronunciate la mattina del 24 gennaio nel corridoio del tribunale di Perugia al termine dell'udienza preliminare.
Un mostro e un piano diabolico. Alla domanda se lei faccia delle distinzioni tra i due accusati Julia risponde così: “Per Riccardo non ho proprio parole, un uomo che per età poteva essere nostro padre e che riesce a fare una cosa del genere. Di Valerio non riesco a dimenticare tutto quello che mi ha fatto prima. Io ho visto con i miei occhi quello che hanno fatto, Riccardo quando è entrato in casa e Valerio anche nei mesi precedenti”. “Lo ripeto – spiega Julia – noi confidiamo nella giustizia ed in una condanna esemplare, perché solo un mostro avrebbe potuto uccidere un ragazzo in quel modo e solo una mente diabolica architettare un tale piano”.
Un dolore che non passa mai. “Siamo ancora all'inizio, le fasi più dolorose del processo devono ancora venire eppure è già così difficile” racconta Julia che con la mente è già preoccupata per il lungo percorso giudiziario che dovrà affrontare da vittima, superstite e unica testimone di quanto avvenuto nell'appartamento di via Ricci la notte tra il 25 ed il 26 marzo. “Io spero in due condanne esemplari anche se nulla potrà riportarci Alessandro”, spiega la ragazza con la voce ancora incerta e rotta dalla commozione ogni volta che nomina il suo Alex. “Un ragazzo di 23 anni non c'è più”, esclama, ribadendo la più dolorosa certezza di questa atroce vicenda. Un dolore che non passa mai e che di nuovo si acuisce ogni volta che i racconti e i ricordi della notte tra il 25 ed il 26 marzo squarciano i momenti di apparente normalità. La famiglia Polizzi ha perso un figlio ed un fratello, e mentre Alessandro moriva la sua fidanzata Julia veniva barbaramente malmenata. Una violenza inaudita quella che si è scagliata sui due ragazzi e per la quale, adesso, un padre è accusato di essere l'esecutore materiale di un piano di vendetta ordito e compiuto per ordine del figlio.
Il padre di Alessandro. In tribunale questa mattina Julia Tosti era accompagnata dalla madre e dal fratello, ma sempre vicina al fratello e ai genitori di Alessandro. “È troppo pesante scusate ma non me la sento di parlare. Cercate di capire”, sono state queste le uniche parole di Giovanni, padre del “guerriero”, come ancora gli amici di Ponte San Giovanni chiamano Alessandro.