Sta per concludersi il processo d’appello ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito già condannati in primo grado per l’omicidio di Meredith Kercher. Quest’oggi la parola è andata nuovamente all’accusa, prima della sentenza della Corte, alla quale si dovrebbe giungere lunedì 3 ottobre. Domani ci sarà un giorno di pausa. Sono giunti a Perugia dagli Stati Uniti tutti familiari della Knox, come anche Francesco Sollecito, il padre di Raffaele. Di fronte alla giuria popolare e al presidente della Corte, Claudio Pratillo Hellman, oggi il primo a prendere la parola è stato il sostituto procuratore Giancarlo Costagliola, seguito dalle repliche di tutte le parti. Le arringhe dei pm Manuela Comodi e Giuliano Mignini sono risuonate dure nei confronti dei due imputati: “hanno ucciso per niente, ma hanno ucciso”, afferma la Comodi. “Meritano il massimo della pena che per fortuna nell'ordinamento italiano non è quella di morte”. Per convincere la Corte, la Comodi ha addotto diversi esempi di altri delitti italiani, come il caso di Erika De Nardo e Mauro “Omar” Favaro, i quali uccisero, a Novi Ligure, la madre e il fratellino della ragazza il 21 febbraio 2001. ''Raffaele è senza movente? E Omar allora? Che movente aveva? Perché lo ha fatto?”, ha chiosato il magistrato. Il pm Giuliano Mignini è invece preoccupato che una probabile assoluzione della Knox e di Sollecito, reclusi ormai dal 6 novembre 2007, e condannati in primo grado a 26 e 25 anni di reclusione, spingerebbe i due giovani a fuggire all’estero, fatto al quale non sarà poi più possibile rimediare. “Nonostante questo sia il secondo di tre gradi di giudizio in Italia, sta a voi rendere giustizia” ha poi concluso Mignini. Il pubblico ministero è poi tornato sulla dinamica del delitto, sconfessando la possibilità che ad uccidere Meredith sia stato il solo Rudy Guede, o addirittura un ladro-killer. “La rottura del vetro della camera di una delle coinquiline italiane di Meredith fu senza ombra di dubbio una simulazione per sviare i sospetti su Amanda e Raffaele”: così Mignini ha voluto smentire le parole della difesa Sollecito. “Le persiane erano chiuse – spiega il pm – e per giunta avevano un difetto: il legno strusciava sulla pietra creando quindi una chiusura ancora più forte. Non è credibile che dunque il lancio di un sasso di 4 chili contro la finestra non abbia rotto prima le persiane e poi eventualmente il vetro delle finestre. Evidentemente qualcuno da dentro ha aperto le persiane, ha chiuso le finestre, lasciate aperte dalla legittima inquilina, e poi simulato il furto. E si simula quando si vuole portare altrove i sospetti”. L’accusa si è poi soffermata nuovamente sulla polemica riguardante il ruolo dei media durante tutto il processo, replicando a quanto detto ieri dall’avvocato difensore della Knox, Carlo Dalla Vedova, secondo il quale Amanda sarebbe stata “crocifissa in pubblica piazza”. E infine un accenno al fatto che Raffaele e Amanda, oltre ad avere un tacito patto di ferro tra loro, non avrebbero avuto il coraggio di guardare le foto del corpo martoriato di Meredith, proiettate sullo schermo in tribunale durante il processo d’appello. Raffaele in primo grado le aveva fissate con sguardo gelido, mentre Amanda è rimasta a testa bassa in entrambe le occasioni. Sarebbero questi dei comportamenti che la Corte dovrebbe considerare in fase di giudizio.
AleChi