La Cassazione ha confermato la sentenza a 18 anni di carcere, per l’accusa di omicidio volontario, per Emanuele Armeni, il carabiniere di Spoleto in servizio alla Compagnia di Foligno che il 16 maggio del 2015, all’interno della caserma, uccise il collega Emanuele Lucentini. A riportare la notizia è La Nazione.
I giudici della suprema corte hanno quindi rigettato i ricorsi presentati sia dalla difesa di Armeni (gli avvocati Margherita Picardi e Michele Montesoro) – che ha sempre mirato a sostenere l’accidentalità dello sparo – e dalla procura generale di Perugia, confermando in toto la sentenza di secondo grado, che aveva lievemente ridotto quella di primo grado. La sentenza, dunque, è definitiva per l’ex carabiniere spoletino in servizio a Foligno che, con l’arma di servizio, una M12 S, rientrando in caserma dopo il turno di lavoro, esplose un colpo contro il collega (i cui familiari si sono costituiti parte civile con gli avvocati Maria Antonietta Belluccini e Giuseppe Berellini).
In primo grado Armeni era stato condannato dal tribunale di Spoleto a 20 anni di reclusione con rito abbreviato, pena ridotta in appello a 18 anni. Che ora è stata confermata dalla Cassazione.