Ad un mese e mezzo dall’omicidio di Katia Dell’Omarino, la 41enne uccisa e ritrovata sul greto del fiume Afra a Sansepolcro, la svolta decisiva sembrerebbe ormai essere più vicina. Dopo aver sentito tra le 200 e le 300 persone, infatti, gli inquirenti avrebbero ristretto il cerchio dei sospettati a una decina di persone, tutte tra i 50 e i 60 anni e tutte residenti nella Valtiberina toscana. L’assassino, dunque, nonostante la zona del Comune di San Giustino sia stata setacciata in lungo e in largo, non dovrebbe risiedere in Umbria.
Il gruppo di uomini individuati, molti dei quali nemmeno presenti tra i contatti di Katia (minuziosamente trascritti sull’agenda e sui vari post it della donna), avrebbero tutti confermato di aver conosciuto e frequentato la 41enne, in un modo o nell’altro. E’ chiaro che la prova “principale”, il dna ‘Ignoto 1’, potrebbe ancora essere decisiva, confermando o smentendo le eventuali accuse a carico di ognuno di essi. In questi giorni, quindi, oltre a nuovi interrogatori, sono attesi altri confronti in laboratorio.
Sebbene regni un diffuso ottimismo intorno alla risoluzione del caso, restano ancora da chiarire, tra le altre cose, il movente dell’omicidio e come Katia abbia conosciuto il suo assassino. Domande a cui, finora, nemmeno i tabulati telefonici hanno saputo dare una spiegazione.