La Corte di Cassazione si è pronunciata oggi (mercoledì 29 gennaio) sulla condanna di Piter Polverini, il 27enne di San Giustino che nel luglio 2016, a Sansepolcro, uccise a martellate Katia Dell’Omarino.
L’Organo supremo di giustizia ha respinto il ricorso della difesa (gli avvocati Mario Cherubini e Piero Melani Graverini), che mirava ad uno sconto di pena, confermando così i 14 anni di reclusione per l’ex impiegato della Sisal.
Resta dunque l’aggravante della “minorata difesa” mentre è stata negata l’attenuante della provocazione e non riconosciuto il parziale vizio di mente del giovane (i due elementi su cui puntavano i legali di Piter).
Il delitto avvenne la notte tra l’11 e il 12 luglio 2016. Polverini, dopo un rapporto sessuale con Katia, uccise quest’ultima per una questione di soldi (appena 10 euro), malmenandola e finendola con un martello. Il giovane aveva poi spinto il corpo sul greto del fiume Afra, in località Montagna (Sansepolcro).
Polverini aveva già usufruito di uno sconto della pena di 2 anni, dai 16 del primo grado con rito abbreviato ai 14 in appello. Il giovane è attualmente rinchiuso nel carcere di Orvieto, dove fa il cuoco e si è convertito alla fede evangelica.