Le prove a carico del 17enne fermato sabato sera sono pesanti, ma quello che manca al quadro della situazione relativa all’omicidio del muratore, avvenuto giovedì scorso a Foligno, è il movente che avrebbe spinto il 17enne ad uccidere Salvatore Postiglione. La dinamica è stata ricostruita dalle telecamere del Residence La Louviere. Ad incastrarlo le telecamere di videosorveglianza, i vestiti sporchi di sangue e il monopattino con cui si è recato sul luogo dell’omicidio. Non è chiaro cosa abbia spinto il giovane, che aveva lavorato da luglio ad ottobre in un’azienda collegata a quella di cui era dipendente Postiglione, a uccidere con tale furia.
Nessuno screzio particolare
Il giovane si era licenziato ad ottobre, ma non si raccontano screzi particolari. Sta sicuramente lì il nodo su cui indaga la Procura dei minori di Perugia, con la Squadra mobile di Perugia e il Commissariato di Foligno. Il tema è il rapporto tra Salvatore Postiglione e il ragazzo. A dare ulteriori indicazioni sicuramente il telefono della vittima, ma anche il telefono del giovane, che si trova ancora ricoverato all’ospedale di Foligno dopo aver compiuto atti di autolesionismo.
La disperazione della mamma
La mamma del giovani ha parlato al Tgr dell’Umbria, nell’edizione delle 14, confermando il momento particolarmente critico e confermando di non aver ancora parlato con il figlio. Il giovane ha portato avanti atti di autolesionismo sabato sera e la mamma ha chiamato i soccorsi. Oggi il figlio risulta ancora in ospedale, piantonato dalle forze dell’ordine.