«Cristo è risorto dai morti, a tutti ha donato la vita!» . È l’annuncio risuonato in tutte le chiese del mondo il giorno di Pasqua, domenica 24 aprile. È il grido di risurrezione lanciato duemila anni fa, che ha raggiunto lungo i secoli tutti i tempi, tutte le razze e le lingue, e non potrà mai più spegnersi nel cuore e sulle labbra dei credenti.
A Spoleto l’Arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto il solenne pontificale nella Basilica Cattedrale, piena di fedeli. All’inizio della celebrazione il Presule ha asperso i presenti con l’Acqua Santa benedetta durante la Veglia della notte di Pasqua.
«Il Crocifisso risorto – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – rivela la solidarietà di Dio verso coloro che soffrono, che piangono e sono nella prova, e innesta nella storia la speranza certa della salvezza, l'energia divina dell'amore». L’Arcivescovo ha voluto ricordare come la risurrezione di Cristo sia un evento storico preciso, documentabile nei suoi effetti. «Non è un sogno, un'utopia, una teoria filosofica. È un evento – ha detto – che inaugura e anticipa la risurrezione del genere umano e trasforma il senso della storia, perché immette nel decadimento inevitabile delle realtà corporee un processo nuovo sottraendo l'uomo alla logica della decadenza e della fine totale. Senza la risurrezione ogni realtà creata sarebbe destinata a sparire e la morte regnerebbe sovrana su tutto e su tutti». Poi, mons. Boccardo ha parlato di alcuni situazioni attuali critiche, che interpellano tutti, in speciali modo i cristiani: i danni del terremoto in Giappone, i morti per fame nel mondo, i barconi di immigrati che solcano il Mediterraneo e spesso sprofondano nel mare. «Basta guardare come dalle prime pagine dei giornali e della TV – ha affermato il Presule – la notizia di questi tragici eventi passa rapidamente alle pagine interne, senza suscitare più l’interesse della cronaca; basta vedere come la stessa cosiddetta “emergenza profughi” dia spesso l’impressione di essere gestita considerando più i possibili risvolti elettorali che il bene vero delle persone; basta riconoscere come l’inquietudine per il presente e per il futuro spinga vorticosamente la nostra società a rifugiarsi nell’egoismo e nell’indifferenza. Penso – ha sottolineato il Vescovo, che ha la delega dei suoi confratelli dell’Umbria per il Servizio della carità – alle tante iniziative realizzate anche qui in Umbria per accogliere uomini e donne provenienti dall’Africa del Nord, grazie all’impegno di persone generose e delle Caritas delle nostre diocesi che, senza sostituirsi a chi ne ha la responsabilità alta e grave ai diversi livelli della vita pubblica, vanno incontro ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito, divenendo immagine eloquente del buon samaritano (cf Lc 10, 29-37). Mi piace vedere anche in questi gesti il frutto della risurrezione di Gesù: la sua vita nuova, infatti, è entrata in noi con il battesimo e si ravviva in ogni Eucaristia fino a quando il tempo su questa terra lascerà il posto alla pasqua eterna».
La forza della Pasqua, anche in giorni offuscati da tante situazioni di conflitto, di preoccupazione e di incertezza, continua a suscitare misteriosamente nel cuore degli uomini un grande desiderio di bene, «continua – ha detto mons. Boccardo – a far germogliare i gesti della buona volontà e dell’attenzione gratuita e solidale in favore di quanti sono segnati dalla fatica, dal bisogno e dal dolore».
La liturgia in Cattedrale è stata animata dalla Cappella Musicale del Duomo diretta dal maestro Francesco Corrias, con all’organo il maestro Paolo Sebastiani. Con l’Arcivescovo hanno concelebrato mons. Luigi Piccioli, Vicario Generale, parroco della Cattedrale e di S. Gregorio; don Jozef Gercàk, parroco coadiutore della Cattedrale e di S. Gregorio: don Simone Maggi e don Davide Travagli, Vicari parrocchiali della Cattedrale e di S. Gregorio; mons. Angelo Barigelli e mons. Angelo Corona, Canonici della Cattedrale.
Fra le iniziative che hanno precedeuto la Pasqua la Via Crucis che si è snodata dalla chiesa di San Lorenzo a Maiano di Spoleto alla quale hanno preso parte gli abitanti della frazione che hanno rappresentato i ruoli dei personaggi principali, secondo la scrittura del Vangelo. I quattro momenti rappresentati (Gesù nell’orto degli ulivi, la cattura, la condanna, la crocifissione e la deposizione nelle braccia di Maria) hanno commosso i presenti.