Anche in Umbria – e in particolare a Orvieto e nel Ternano – si è guardato alla seduta del Senato al termine della quale, con 209 voti favorevoli, uno solo contrario e 9 astensioni (i rappresentanti di Fratelli d’Italia) l’Aula ha approvato il decreto per il salvataggio della Banca Popolare di Bari. Un testo che ora diventerà legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La Banca Popolare di Bari detiene ancora il pacchetto di maggioranza della Cassa di Risparmio di Orvieto, istituto che non è interessato direttamente dal commissariamento.
I due articoli
Il provvedimento con il quale viene salvata la Banca Popolare di Bari è composto di due articoli. Il primo assegna ad Invitalia contributi in conto capitale fino all’importo complessivo di 900 milioni di euro per quest’anno per la capitalizzare la Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale che dovrà sostenere l’economia del Sud. Il secondo articolo prevede l’utilizzo di risorse destinate alla partecipazione al capitale di banche e fondi internazionali, autorizzando il Mef ad effettuare le necessarie variazioni di bilancio.
La trattativa per Cr Orvieto
In questo contesto, a Orvieto si attendono gli esiti delle trattative in corso per la vendita, da parte dei commissari, del pacchetto di maggioranza di Cr Orvieto detenuto dalla Banca Popolare di Bari. Una trattativa sulla quale i sindacati hanno però manifestato perplessità, chiedendo alle Istituzioni, anche locali, di vigilare sulle conseguenze per i dipendenti della banca umbra e per l’economia locale.
L’affondo di Zaffini
Tra i senatori di Fratelli d’Italia che si sono astenuti anche l’umbro Franco Zaffini: “Il governo presenta l’ennesimo provvedimento spot per il salvataggio di una banca, e non pensa ad una norma di sistema in grado di intervenire su una serie di mutamenti sostanziali dello scenario creditizio e finanziario del nostro paese” ha commentato, argomentando la scelta del suo partito.
Nel suo intervento in Aula Zaffini ha aggiunto: “Prendere atto che il sistema di intermediazione bancaria è profondamente cambiato, così come è cambiato il ruolo di finanziamento delle imprese e dei privati e la funzione sociale delle banche sul territorio, consentirebbe di agire investendo risorse per l’ammodernamento dell’intero sistema anziché utilizzarle per interventi urgenti di salvataggio fini a se stesse. Ci auguriamo di poter contare al più presto su un nuovo governo capace di agire sulle reali necessità del nostro Paese”.