Con il senso di squadra del pallavolista e la tenacia del maratoneta: così il nuovo Questore di Perugia, Francesco Messina, intende affrontare il crimine nel capoluogo umbro. Lui che ha un passato nella pallavolo a livello agonistico, e che, in 8 anni ha corso “28 maratone, perché bisogna credere nelle proprio capacità superare gli ostacoli prefissandosi un obiettivo“.
E c’è da pensare che affronterà proprio con questo atteggiamento e questo spirito la lotta allo spaccio e al consumo di stupefacenti in città e in provincia. Il nuovo Questore Messina sa bene che la cronaca degli ultimi anni ha descritto Perugia come “la città della droga”. A suo avviso la percezione della città “è ancora questa. Non so se si può parlare di emergenza come un tempo. Il problema è stato affrontato massimamente con ottimi risultati, ma non è stato del tutto debellato. Esiste tuttavia la consapevolezza che il problema vada risolto al meglio. La presenza in città di stranieri va monitorata anche per queste dinamiche: me lo hanno detto le autorità per ciò che riguarda il centro storico le autorità. Credo che ci sia ancora da fare qualcosa sul piano degli stupefacenti per debellare il problema della microcriminalità”. Gli occhi saranno aperti e le orecchie bene tese anche per controllare quell’area grigia compresa tra microcriminalità mafiosa e colletti bianchi, dove possono nascondersi sacche pericolose per le infiltrazioni.
“Qui in Umbria“, ha detto Messina, “la mafia non è come la Yakuza, la mafia giapponese i cui sodali vanno in giro con i biglietti da visita con su scritta l’affiliazione alle cosche. E non è neppure come al sud Italia, dove esistono i convitati di pietra. Eppure possono esserci soggetti che fanno parte di aree grigie. Vigileremo anche sulla ricostruzione post terremoto nelle zone di Norcia“.
Messina prende il posto del Questore Carmelo Gugliotta, e arriva in Umbria nei giorni delle celebrazioni di San Francesco, di cui porta anche il nome: prende servizio “nei luoghi dell’anima“, ha detto il Questore Messina ai giornalisti durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sede della polizia in via del Tabacchificio, a Perugia. Qui “ho trovato una squadra eccellente che ha svolto un ottimo lavoro grazie al coordinamento di Gugliotta e degli autorevoli Questori precedenti“. Così come ha già detto ieri durante l’incontro nell’ufficio del Procuratore generale di Perugia, Fausto Cardella, “vengo da esperienze complesse e da una carriera ormai ventennale. La mia è una formazione spiccatamente investigativa”. Il suo curriculum vanta la direzione della Squadra Mobile di Milano, di Reggio Calabria e Brescia. E’ stato capo centro del Sisde di Palermo, ha lavorato nella Dia ai tempi di Cosa nostra e delle stragi del ’93 di Palermo. Prima di arrivare in Umbria, è stato Questore a Varese e a Caserta.
Francesco Messina ha dunque nel dna, oltre che nella formazione professionale, una particolare sensibilità per l’investigazione. E tende a rimarcarlo con le sue parole: “al giorno d’oggi è necessario parlare di sicurezza nel senso più ampio del termine, e non solo settore pubblico. Tanto che – chiosa – sarebbe più corretto parlare di sicurezza al plurale“. In questo, a suo avviso, è fondamentale il lavoro di coordinamento con il Prefetto e con la squadra degli uomini della Questura. Ma non bisogna tralasciare il lavoro sinergico che vede più attori, diversi anche per estrazione, che lavorano insieme: “anche il condominio fa sicurezza”, dice, “anche voi giornalisti, e non sono nella percezione di essa. Anche con il sindaco Romizi, durante il nostro incontro, abbiamo parlato di sicurezza in maniera fattiva. Anche con la presidente della Regione Marini. Perché la sicurezza riguarda anche il sociale e va declinata, ad esempio, in termini di lavoro e occupazione, o di ambiente“. Così come si deve parlare di sicurezza e allarme sociale se si pensa ai reati come furti e rapine: “bisogna modulare l’azione. Qui c’è la necessità di alzare il livello di investigazione, per affrontare problematiche di un agire mafioso sommerso”.
Nell’agenda del Questore, il quale ha riferito alla stampa che il suo primo impegno ogni mattina è fare una riunione con i funzionari, c’è l’importanza del controllo del territorio, che va visto a 360 gradi, per l’immagine del territorio, per l’economia e per il turismo: “perché essere presenti sul campo e a disposizione della gente serve a garantire la prevenzione del crimine. È come l’uovo di Colombo. Certo non si possono militarizzare le nostre città, ma il cittadino deve avere la sensazione di essere protetto. L’ordine pubblico va garantito, ma certo non può essere represso. E’ un’operazione difficile che richiede grande equilibrio”. E sul fenomeno dell’immigrazione ha detto: “è diffuso, molti immigrati sono regolarmente integrati. Ma bisogna fare attenzione ai pericoli di radicalizzazione, ai centri di culto ‘occulti’, e fare prevenzione. Sono sicuro che faremo un buon lavoro, perché la macchina qui in Umbria è ben oleata”.
©Riproduzione riservata