La Procura di Grosseto ha avviato un'indagine nei confronti dell'imprenditore di San Giustino, le monete che lui dice di aver trovato a Montecristo potrebbero in realtà essere parte del tesoro di San Mamiliano, rubato nel 2019
Ulteriori sviluppi arrivano sull’incredibile vicenda del 45enne imprenditore Davide Pecorelli, scomparso lo scorso gennaio in Albania e ritrovato 9 mesi dopo naufrago su un gommone al largo del Tirreno.
Un’altra denuncia, i sospetti sulle monete d’oro
Dopo la denuncia per sostituzione di persona – sporta dai carabinieri toscani per i documenti falsi in possesso del sangiustinese, con cui tra l’altro quest’ultimo aveva prenotato hotel e imbarcazione al Giglio – ora arriva anche quella per ricettazione, come specifica la Nazione Arezzo.
Si sospetta, infatti, che le monete d’oro che Pecorelli racconta di aver trovato in due cale dell’isola di Montecristo – “il martedì precedente al mio ritrovamento in mare” (il 17 settembre, ndr) -, sarebbero parte di quel tesoro di San Mamiliano, scoperto nel 2004 in una chiesa di Sovana (Grosseto), esposto al pubblico nel 2012 e poi rubato nel 2019 dal museo della piccola frazione toscana.
Davide Pecorelli a I Fatti Vostri
Lo stesso Pecorelli – tornato ieri in tv nella trasmissione I Fatti Vostri di Raiuno – ha confermato come la Procura di Grosseto abbia avviato un’inchiesta nei suoi confronti per la presunta ricettazione di monete d’oro, con il sequestro, inoltre, di tutto il materiale ritrovato nella camera d’albergo del Giglio, dove oltre ai documenti falsi erano state ritrovate mappe dell’isola di Montecristo e altri documenti tipici di un vero e proprio esperto di numismatica.
L’esperto di numismatica e i Compro oro
“Esperto di numismatica che – ha raccontato Davide a Salvo Sottile – avrei contattato non appena possibile per farmi fare una valutazione del ritrovamento. Avevo anche due appuntamenti, uno a Firenze e un altro ad Arezzo in altrettanti Compro Oro”. Fatto sta che la preziosa scoperta di Pecorelli – come lui stesso precisa da sempre – sarebbe ancora al suo posto, nell’isola, dove l’imprenditore sarebbe riuscito a scovare “due casse da 250 kg” ma senza riuscire a portarle sulla terraferma, “perché fermato dai due forestali in mare” proprio il 17 settembre, giorno in cui è di fatto “tornato in vita” dopo 9 mesi.
La versione di Pecorelli
Ai Fatti Vostri, dunque, Davide Pecorelli ha raccontato di nuovo la sua versione, sempre coerente con quello che ha detto a tutti fino ad oggi, partendo dai debiti post Covid fino all’incontro decisivo con il prete, con cui ha inscenato la sua finta morte. E soprattutto senza esitazioni che possano far pensare ad una storia inventata, purché surreale. Sulla sua storia, inoltre, pesano come macigni quelle foto delle tv albanese, dove brinda spensierato e sorridente con gli amici. Anche se lui giura che quelle immagini si riferiscono all’ultimo periodo a Valona, dov’era arrivato solo a maggio per imparare a guidare il gommone in mare aperto per poi andare a Montecristo.
In attesa di altri sviluppi giudiziari, soprattutto dall’Albania, dove ha pure ammesso “di aver commesso dei reati”, Davide rimbalza da una trasmissione tv all’altra, ripercorrendo i suoi 9 mesi lontano dall’Italia. “Nei prossimi giorni – ha detto in trasmissione – saprete tutta la verità…“