Nuova terapia per Hiv, in Umbria l'unico centro nazionale contro danni da farmaci antiretrovirali - Tuttoggi.info

Nuova terapia per Hiv, in Umbria l’unico centro nazionale contro danni da farmaci antiretrovirali

Redazione

Nuova terapia per Hiv, in Umbria l’unico centro nazionale contro danni da farmaci antiretrovirali

Mar, 22/11/2022 - 12:28

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In questi giorni ha fatto parlare l'esperienza dello scrittore Jonathan Bazzi, "Con i farmaci long acting non mi sento più un malato" | Anche l'Umbria fa la sua parte contro la malattia con il centro nazionale di Umbertide

Una sorta di svolta epocale quella raccontata in questi giorni da Jonathan Bazzi, lo scrittore finalista del Premio Strega 2020 che, scopertosi sieropositivo, sta oggi assumendo i farmaci antiretrovirali “long acting”, che inibiscono alcune funzioni del virus Hiv.

Le prime inoculazioni sono avvenute 5 giorni fa e Bazzi già si sente una persona nuova: “Non mi sento malato” ha dichiarato. La nuova terapia – disponibile in Italia dallo scorso luglio – prevede infatti l’eliminazione delle “scomode” pastiglie quotidiane, a fronte di una sola iniezione ogni due mesi, anche se i medici lavorano per un’inoculazione semestrale. “Cambia tanto ora, nel silenzio dei più, per le persone che convivono col virus dell’Hiv, cambia davvero tantissimo, anche se nessuno ne parla” ha aggiunto.

Una buona notizia che, con la cassa di risonanza del famoso autore di “Febbre”, rassicura tanti uomini e donne con questa malattia infettiva. In ogni caso vale la pena ricordare che, a pochi giorni dalla Giornata mondiale contro l’Aids, il prossimo 1 dicembre, proprio ad Umbertide, da 6 anni, è attivo presso l’ospedale locale l’unico centro nazionale per il trattamento delle patologie derivanti dagli effetti collaterali causati dai farmaci antiretrovirali, quelli che permettono oggi di sopravvivere all’infezione. I pazienti sono infatti sottoposti a specifici trattamenti a seconda della complicanza che li colpisce.

Gli effetti collaterali da farmaco si manifestano in modo diverso: si può verificare ad esempio accumulo di importanti quantità di tessuto fibro-adiposo nelle più disparate parti del corpo, spesso a livello della parete posteriore del collo (Buffalo Hump). Può anche manifestarsi un’atrofia spiccatissima di muscoli e tessuti molli sottocutanei, con il volto dei giovani pazienti che diviene profondamente scavato. Tutte alterazioni corporee che modificano profondamente l’aspetto e fanno diventare facilmente identificabili i malati di Aids.

All’ospedale di Umbertide i grandi accumuli di tenacissimo tessuto fibro-adiposo sono sottoposti ad asportazione mini invasiva con combinazione di tecnologie ultrasoniche e pressioni negative. La rimozione, spesso di diversi litri di questo materiale, permette ai pazienti di riacquisire morfologia e funzionalità dei distretti interessati. Spesso i pazienti affetti da “gibbo di bufalo” non riescono ad eseguire movimenti di rotazione e flesso estensione del collo. Al contrario le atrofie dei tessuti molli e di tutta la muscolatura, anche di quella mimica del volto, vengono operate mediante il trapianto di cellule adipocitarie autologhe, prelevate da altri distretti corporei. Questo al fine di ripristinare una normale morfologia dell’estremo cefalico, che soprattutto eviti ai pazienti di essere individuati come malati di Aids.

Questa attività di chirurgia ricostruttiva, non certo meramente estetica, è condotta in maniera multidisciplinare in collegamento con i reparti di malattie infettive della regione Umbria e di tutto il territorio nazionale. La percentuale di pazienti che arriva nel centro di Umbertide da altre regioni è di circa il 97%. “Da segnalare è il grandissimo encomio che merita il personale medico e paramedico che gestisce questo percorso con enorme altruismodicono dal Comune di Umbertide – infatti in caso di ferita accidentale con materiale infetto, gli operatori si devono sottoporre a terapie profilattiche pesantissime come quelle attuate in caso di malattia conclamata. Nonostante questo nessuno si è mai tirato indietro”.

L’Aids, secondo gli ultimi dati aggiornati al 2018 continua ad avere una incidenza del 4,7% di nuovi casi per 100.000 abitanti. In Umbria vengono segnalati circa 50 nuovi casi l’anno, dato in linea con quelli nazionali, con l’85,6 % di uomini rispetto al 14,5% di donna. La fascia di età più colpita è stata quella tra i 25 e 29 anni, segue poi la fascia 30-39 anni. La causa di contagio è attribuibile per il 80,2 % di tutte le segnalazioni a rapporti sessuali non protetti, in particolare nel 41,2% si tratta di rapporti eterosessuali.

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