Aggiornamento alle ore 9.50 del 18 maggio – Sono 11 le persone raggiunte da avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Spoleto per l’ex Coc di Norcia, la struttura sotto il pub di Porta Romana in parte crollata con la scossa di terremoto del 30 ottobre. E proprio il “crollo di costruzioni o altri disastri dolosi” (articolo 434 del codice penale, che prevede una pena da 3 a 12 anni) è il reato che viene ipotizzato a carico delle persone coinvolte a vario titolo. Si tratta di tecnici – del Comune di Norcia (tra cui il geometra Maurizio Rotondi, attuale responsabile dei lavori pubblici) ma anche di altri enti e di ditte private (ditta appaltatrice e collaudatori) – che hanno avallato la costruzione e costruito l’edificio, che aveva retto alle scosse di terremoto del 24 agosto e seguenti ma non a quelle del 30 ottobre. Nel registro degli indagati è iscritto anche l’ex sindaco Giampietro Angelini, in carica a fine anni ’90, quando era stata progettata e realizzata la struttura che comprende anche il pub di Porta Romana (consegnata poi nel 2000).
Il sequestro effettuato ieri dai carabinieri della Tenenza di Norcia (su disposizione del procuratore capo Alessandro Cannevale e dei sostituti Patrizia Mattei e Gennaro Iannarone) è un atto dovuto – specifica la stessa Procura – finalizzato a compiere accertamenti sulla struttura per verificare eventuali responsabilità penali o meno degli indagati, in primis a loro garanzia. Proprio per questo la Procura ha già incaricato un super esperto della materia che nei prossimi giorni dovrebbe compiere un sopralluogo all’interno dell’ex Coc. Si tratterebbe dell’ingegner Nicola Augenti, lo stesso che a Spoleto si è occupato del crollo della chiesa di San Giacomo, avvenuto nel 2010 durante i lavori di restauro post terremoto del 1997.
La struttura nei pressi di Porta Romana è da anni in realtà al centro di varie vicissitudini, con spazi chiusi già prima del terremoto. Una situazione quindi vecchia su cui però si sarebbero accesi i riflettori dopo il terremoto del 30 ottobre. L’ex Coc, infatti, posto strategico per gestire la macchina dei soccorsi, avrebbe dovuto essere un posto più sicuro. Così però non si è rivelato ed ora la Procura vuole vederci chiaro.
Sotto sequestro l’ex Coc di Norcia, la struttura sottostante il pub di Porta Romana gravemente danneggiata dal terremoto del 30 ottobre. I carabinieri della tenenza di Norcia (coordinati dal tenente Raffaele Falginella) nella serata di mercoledì hanno infatti apposto i sigilli all’area, su disposizione della Procura della Repubblica di Spoleto. Contestualmente sono stati emessi anche alcuni avvisi di garanzia.
Sull’inchiesta aperta dalla Procura spoletina vige al momento il massimo riserbo. Non è dato al momento sapere su cosa stiano indagando gli inquirenti né quali siano le ipotesi di reato. Nel registro degli indagati però al momento è iscritta più di una persona. Tra gli avvisi di garanzia uno sarebbe stato notificato anche ad un funzionario del Comune di Norcia.
La struttura sequestrata, situata all’ingresso di Norcia, sotto Porta Romana, dal 24 agosto al 30 ottobre 2016 aveva ospitato il Centro operativo comunale, ma anche numerosi sfollati. Lo stesso sindaco Nicola Alemanno, insieme ai suoi concittadini, aveva dormito a lungo nell’edificio, che aveva resistito alle scosse del 24 agosto e che era ritenuto sicuro ai fini antisismici. La mattina del 30 ottobre, però, la scossa di terremoto di 6.5 gradi di magnitudo ha danneggiato in modo gravissimo anche l’edificio in questione, dove alcuni pilastri interni erano collassati, tanto che il Coc di Norcia era stato trasferito in delle tende montate nel piazzale antistante. Fortunatamente le persone all’interno erano tutte riuscite a mettersi in salvo senza rimanere ferite. Non è chiaro se l’inchiesta possa essere legata in qualche modo al terremoto ed ai danni provocati alla struttura pubblica oppure no.
Dopo il trasferimento degli uffici pubblici in container posizionati nella zona di viale XX Settembre, nel parcheggio sotto Porta Romana – non interessato dai sigilli, né dall’inchiesta – sono rimaste nelle ultime settimane soltanto pochissime strutture prefabbricate, dove sono ospitate delle associazioni di categoria. Presto però quell’area dovrebbe accogliere – come aveva annunciato nei giorni scorsi il vicepresidente della Giunta regionale Fabio Paparelli – delle attività economiche delocalizzate ed in particolare ristoranti. Il sequestro della struttura adiacente, comunque inagibile e chiusa dal 30 ottobre, è comunque totalmente indipendente dal resto dell’area.