Il cantiere del padiglione delle esposizioni di Boeri
Per settimane, mesi, sono rimasti a guardare, lasciando lavorare l’amministrazione comunale di Norcia nella delicata fase del post terremoto. Ora, però, i consiglieri del gruppo di opposizione “Norcia nel cuore”, Gianpaolo Stefanelli e Lavinia D’Ottavio, escono dal silenzio e puntano i riflettori su quello che non va, quello che (non) è stato fatto e si potrebbe fare, le cose incompiute, come il ‘padiglione delle esposizioni’ dell’architetto Tito Boeri. Tra le critiche anche la contestata assegnazione delle casette prefabbricate (Sae) attraverso un’estrazione. Un quadro della situazione attuale ed un invito alla Giunta guidata da Nicola Alemanno ad una maggiore comunicazione, vicinanza ai cittadini e trasparenza.
Gianpaolo Stefanelli
“E’ il momento – dopo tanta paura, pianti, disagi, solidarietà, silenzi di troppo, qualche incertezza – di soffermarsi sull’altro terremoto che rischia di impantanare il futuro di Norcia. Perché lo facciamo? Perché alcuni nostri concittadini ci hanno rimproverato il nostro silenzio. In realtà, il nostro non era silenzio oppure, peggio ancora, assenza rispetto ai problemi di Norcia; era un atto di responsabilità che, fondandosi sul rispetto delle istituzioni, intendeva lasciar lavorare l’amministrazione comunale senza impegnarla a rispondere a noi che sediamo sui banchi dell’opposizione. Un atto di responsabilità che ci ha indotto a non creare momenti di tensione. Ora, però, lo stesso senso di responsabilità ci impone di agire: senza ipocrisie e nell’esclusivo interesse dei nostri concittadini. Il nostro interlocutore è l’amministrazione comunale e l’amministrazione comunale rappresenta la cittadinanza: sia per gli impegni che, per legge, è chiamata ad assolvere, sia per dare voce alle richieste dei nursini nella soluzione di situazioni che chiamano in causa altre istituzioni, oppure, organizzazioni pubbliche.
Veniamo alla pagina, stravagante e un po’ inquietante, delle “casette”. Per assegnare le prime 21, il sindaco ha fatto ricorso all’estrazione a sorte. Ma che metodo è questo? Crediamo che sarebbe stato in qualche modo giusta l’estrazione a sorte per l’assegnazione delle ‘casette’ se le condizioni di tutti i richiedenti fossero state uguali ma, questo non è! Il Comune, a nostro avviso, avrebbe dovuto stilare una graduatoria (come si fa per le case popolari) e su questa base procedere all’assegnazione individuando dei precisi criteri (anziani, invalidi, famiglie con bambini piccoli, ecc.). Certo, stilare una graduatoria individuare dei criteri avrebbe significato assumersi delle responsabilità; meglio allora affidare il futuro delle persone alla fortuna. Per le prossime casette, quelle in fase di realizzazione, che non coprono il fabbisogno totale, si procederà allo stesso modo? Ancora una volta i cittadini saranno costretti a sperare nella dea bendata? E quando si prevede di evadere tutte le richieste? I nostri concittadini, ormai, hanno bisogno di chiarezza, informazioni non contraddittorie e, soprattutto, certezza sui tempi di consegna.
L’emergenza, che si protrae da mesi e chissà quando terminerà, va affrontata con determinazione, nello spirito di un coordinamento efficace, ascoltando la gente e standole vicino giorno e notte. Si, giorno e notte – vicino alla gente che soffre e teme per il futuro. Una vicinanza che una parte cospicua della città non ha sentito assolutamente. Quante volte sindaco ha condiviso con i suoi cittadini la mensa dell’esercito? Quanto volte ha trovato un momento per fermarsi a parlare con I suoi cittadini? Anche questo un sindaco deve fare! Le incertezze, le bucce della burocrazia, le assenze, le improvvisazioni, non portano a nulla di buono. Abbiamo avuto modo di leggere che la ditta che ha realizzato le SAE, da ultime consegnate, rischia il fallimento a causa dei ritardi nei pagamenti. Come sia potuta accadere una cosa del genere non osiamo nemmeno immaginarlo quello che ci preoccupa fortemente sono le conseguenze che questa situazione, se non risolta, possa determinare anche nelle realizzazioni in programma.
Ed ancora, su Castelluccio. Per la semina delle lenticchie è stata una vera battaglia, alla fine l’hanno spuntata i coltivatori, ma che fatica! Aver immaginato di far percorrere ai trattori il giro di mezzo Appennino era un’idea turistica più che geniale ma di certo non in linea con le giuste esigenze dei coltivatori. Ed ancora si continua a tergiversare, tanto che si nutrono seri dubbi sull’apertura della strada, anche per la fiorita.
Nel 1979 Norcia fu colpita da un disastroso terremoto. L’inverno, peraltro bruttissimo, fu affrontato venendo sistemati in tende e roulotte. Intervenne l’esercito, non c’era ancora la protezione civile. Ebbene, in febbraio migliaia di persone furono sistemate nei prefabbricati. Oggi, non sappiamo se tutti i nursini verranno sistemati nelle casette almeno prima del secondo inverno dopo il terremoto. Vorremmo informazioni e garanzie, cosi come le vorrebbero i nostri concittadini. Non ci dica il sindaco che nel 1979 i sistemi di funzionamento della macchina pubblica erano diversi. Non l’accettiamo. In questa gestione è mancata del tutto l’organizzazione ed è giusto che chi ne è responsabile se ne assuma le colpe senza scaricarle su altri.
Cari concittadini, con queste poche righe abbiamo voluto dar voce a quanti giornalmente lamentano quanto espresso e confidiamo in un riscontro dell’amministrazione che sia non, come al solito di attacco verso di noi, ma di risposta alla città. Se quanto sopra espresso è quello che è successo nella gestione della fase emergenziale cosa dobbiamo aspettarci per la fase della ricostruzione? In ogni caso pensavamo – e pensiamo – che una comunità per risorgere ha bisogno dell’apporto di tutti. Qui, evidentemente, non e cosi. L’apporto c’è stato, quello di migliaia di italiani e di stranieri. Una solidarietà immensa che ha fatto pervenire a Norcia non solo beni materiali ma centinaia e centinaia di migliaia di euro. Tutte queste persone si aspettano che i loro contributi vengano utilizzati presto, ma soprattutto bene: contributi finalizzati ai problemi creati dal terremoto. E’ opportuna una informazione puntuale ai nursini, cosi come – ma questa e una ovvietà – la totale trasparenza. In passato, in altri luoghi è accaduto che l’amministrazione abbia proceduto ad assegnare contributi, provenienti da donazioni, secondo criteri personali. Questo sicuramente non succede, né succederà, a Norcia. Vero, signor sindaco?”.
Gruppo Consiliare Norcia nel Cuore
Gianpaolo Stefanelli, Lavinia D’Ottavio