Non solo Don Matteo. A immortalare i luoghi più belli di Spoleto non è infatti solo la Lux Vide, la società che produce la famosa fiction di Rai1, ma anche la Pin Up di Roma che sta realizzando “La luce a Roma”. Si tratta di un documentario che racconta il periodo storico in cui nacque il Festival dei Due mondi e il ruolo avuto da Eisenhower e dall'Ambasciata Americana a Roma nella creazione della prestigiosa manifestazione culturale. A rendere nota la notizia è stato il dottor Giorgio Bartolomucci, segretario di Diplomacy – Festival della Diplomazia. Negli anni caratterizzati dalla guerra fredda e da un forte antiamericanismo, la scelta di Spoleto come sede di una manifestazione fortemente caratterizzata dalla cultura americana, rientrò nell'ambito di una politica di soft power che vide anche la nascita della John Hopkins University a Bologna e al rilancio di Cinecittà a Roma. L'ambasciatrice Claire Boothe Luce, il cui vice all'epoca era il padre dell'attuale ambasciatore USA David Thorne, rafforzò le relazioni bilaterali anche attraverso la cultura e favorì la concessione di un finanziamento diretto di 60.000 dollari da parte del presidente Eisenhower. A raccontare questa storia, che vanta il sostegno della ambasciata nordamericana in Italia, è il giornalista spoletino Alfonso Marchese, ex corrispondente del Messaggero e autore del libro “40 anni di segreti del Festival dei Due Mondi”. Sede delle riprese lo storico ristorante “Il Pentagramma” di Vicolo Martani, aperto per la prima edizione del Festival nel 1958 dal Maestro Giancarlo Menotti. Il film sarà trasmesso dalla RAI e verrà mostrato negli Istituti di Cultura Italiani negli Stati Uniti
(nella foto il fondatore Gian Carlo Menotti con il figlio Francis)