La dottoressa Susanna Esposito non era un’assenteista. Ed il provvedimento disciplinare che le era stato comminato (sospensione di 4 mesi dal suo reparto di Pediatria) era dunque una ritorsione da parte degli allora vertici dell’Azienda ospedaliera di Perugia con i quali aveva intrapreso un braccio di ferro perché si era rifiutata di firmare la valutazione per il salario accessorio ad un dipendente che, di fatto, non lavorava al suo reparto.
Ne è convinta la Procura di Perugia, che ha chiesto l’archiviazione per la dottoressa Susanna Esposito, a cui appunto, sulla base degli atti inviati in Procura, veniva contestata l’assenza in ospedale durante gli orari di lavoro.
“Una ritorsione perché ho denunciato illeciti” si era da subito difesa la Esposito, le cui rivelazioni hanno poi portato la Procura ad indagare su quanto avveniva all’Azienda ospedaliera di Perugia, facendo scoppiare lo scandalo Sanitopoli.
Nelle carte delle Procura, a quello che viene definito “il caso Esposito” i magistrati dedicano 54 pagine, in cui ricostruiscono, sulla base delle lettere ricevute, degli esposti e delle intercettazioni e quindi dagli interrogatori, il braccio di ferro tra la dottoressa e gli allora vertici dell’Azienda ospedaliera.
“La vicenda che ci apprestiamo a narrare – scrivono i pm – ha una serie di risvolti paradossali. Ci sono fatti così incredibili e allo stesso tempo gravi che rendono il racconto degli stessi una sorta di commedia dell’assurdo“.
I pm perugini gli ex manager dell’Azienda ospedaliera, Emilio Duca, Diamante Pacchiarini e Maurizio Valorosi, insieme a Serena Zenzeri (componente dell’ufficio per i procedimenti disciplinari) hanno fatto adottare nei confronti della Esposito, direttore facente funzioni della Clinica pediatrica, la sanzione della sospensione del servizio con privazione della retribuzione per 4 mesi e 350 euro di multa. Contestandole tre condotte integranti illeciti disciplinari e di aver violato gli obblighi sulla rivelazione delle presenze del personale universitario convenzionato tra cui il professore associato di genetica medica Antonio Orlacchio. Violazioni che però – secondo la Procura – i manager conoscevano da tempo, senza averle sanzionate, decadendo conseguentemente da tale possibilità.
Ed è sulla base di questa ricostruzione che la Procura ha chiesto l’archiviazione per le accuse mosse nei confronti della dottoressa Susanna Esposito, ritenute infondate. Insomma, secondo quanto accertato dai pm in fase di indagine la dottoressa non era un’assenteista, ma una persona scomoda perché si era messa contro il presunto “sistema” della Sanitopoli perugina.
Una vicenda che la dottoressa Susanna Esposito può ora mettersi alle spalle, dopo aver preso servizio presso l’ospedale di Parma.