Gli assessori della giunta regionale dell’Umbria sono stati ascoltati mercoledì 1 giugno in Procura dal pm Paolo Abbritti. Prima i quattro assessori in carica, Fernanda Cecchini, Giuseppe Chianella, Antonio Bartolini e Fabio Paparelli. Poi anche l’ex assessore alla sanità, Luca Barberini, dimissionario dallo scorso 18 febbraio.
La magistratura ha aperto un fascicolo per fatti “non costituenti reato” in esito all’esposto presentato dai consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, in merito alle nomine dei quattro direttori di Asl e aziende ospedaliere e dei direttori regionali. Già il 17 maggio, come scritto anche nell’edizione odierna del Corriere dell’Umbria, la procura ha acquisito i primi documenti: tra questi compare anche la delibera di giunta datata 16 febbraio 2016, riguardante proprio le nomine alla sanità. Ora la procura ha verbalizzato le dichiarazioni dei “diretti testimoni“, chiedendo loro come sia state fatte nella pratica le nomine.
Tutto parte da “una istanza di intervento e accertamenti urgenti”, presentata lo scorso 19 febbraio alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia dai consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, “in merito alle nomine dei nuovi direttori generali delle aziende ospedaliere e sanitarie umbre a seguito delle dichiarazioni rilasciate dall’ex assessore alla Sanità, Luca Barberini”. Andando nello specifico, l’istanza riguarda “quanto emerso nel corso della conferenza stampa del 18 febbraio 2016, tenuta dall’ex assessore alla Sanità, Luca Barberini, durante la quale egli mette in dubbio la ritualità delle nomine sanitarie da parte della Giunta regionale, rilevando che si sarebbero espressi i gradimenti circa i candidati, in assenza dell’assessore alla Sanità, solo nella notte tra il 15 e il 16 febbraio 2016. L’assessore dimissionario fa intendere – aggiungevano nella loro nota del 19 febbraio Liberati e Carbonari – che per la presidente Catiuscia Marini fosse pressoché inutile presentare curricula, come viceversa prevedono le norme stabilite per le nomine in sanità, perché, testualmente, ci si sarebbe limitati a un ‘semplice ragionamento’, mentre occorreva una ‘valutazione più attenta’. Barberini ha anche riferito di avere dei dubbi – concludono i consiglieri – sul fatto che sia stata fatta la valutazione dei curricula, avendo avuto la sensazione che il percorso fosse stato costruito”.
La presidente Marini ha più volte risposto sul fatto, dichiarando che la procedura ha seguito un iter corretto. Ora però la parola passa alla magistratura: a lei il compito di verificare il tutto. Come detto il fascicolo riguarda fatti non costituenti reato e al momento la convocazione in procura dei componenti la Giunta regionale rappresenta un atto dovuto in esito all’esposto.
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